A Firenze si nasconde un braciere molto particolare, lo vedete nella foto, non si tratta di un braciere nato per riscaldare una casa, ma per riscaldare una tenda sul campo di battaglia. Un oggetto bellissimo del periodo corrispondente al secondo Impero Romano, circa XVI secolo.
Il segreto?
Una stranezza, quelle “pere” metalliche che ornano il bordo insieme a due leoni per lato. Ornano, quindi ornamentali, questo è il pensiero che per primo affiora osservandolo. Lo stesso pensiero che ha avuto Luigi Bellini nel suo Museo a Firenze dove è conservato. Il secondo pensiero di Luigi Bellini è però diverso, sia per il fatto che il braciere era usato sul campo di battaglia è quindi improbabilmente decorato da ornamenti inutili in guerra, sia per il fatto che queste “pere” si presentano cave e aperte sul fianco. Un mistero che non si riesce a chiarire nella conoscenza storica e artistica.
Tale è rimasto per molto tempo, un mistero. Un giorno presso il Museo è arrivato un amico della famiglia Bellini, un signore di nome Zichichi, si esatto, il fisico. Durante la visita del Museo Luigi Bellini gli ha mostrato anche il braciere accennando alla stranezza degli ornamenti.
Zichichi l’ha interrotto e candidamente ha spiegato l’arcano che nella fisica risiede e non nell’arte. In pratica queste pere metalliche cave si scaldavano per trasmissione termica attraverso il metallo e scaldando l’aria al loro interno creavano un vortice di aria calda che aumentavano enormemente il riscaldamento dell’ambiente fino ad un raggio 6 volte superiore rispetto ad un braciere di pari dimensioni. Questo permetteva di scaldare non 6/7 uomini ma molte più persone diffondendo il calore all’interno della grande tenda.
In queste commistioni stanno la bellezza dell’arte e la sapienza della scienza.
Questo uno degli aneddoti legati al Museo Bellini, ad una delle meraviglie che questo luogo magico racchiude. Magari in un prossimo futuro potremo parlare di un giovane Donatello oppure di un tavolo Savonarola oppure di un’acquasantiera Templare.