Porcellino Mercato Nuovo

“Aver bevuto l’acqua del porcellino” è un detto in uso a Firenze ed ha un significato ben preciso: essere fiorentini a tutti gli effetti, di quelli veri, generazionali, schietti. Il porcellino è una fontana posizionata alle logie del Mercato Nuovo sul lato sud.

Brevemente la storia di questa statua/fontana.

L’originale è una statua in marmo donata a Cosimo I nel 1560 da Papa Pio IV e si trova presso gli Uffizi. Cosimo II decise di farne una copia per abbellire il Palazzo Pitti ed incaricò Pietro Tacca nel 1612 di realizzarla. Nel 1620 il modello in cera era pronto, ma fu fuso solo nel 1633.  Il risultato ottenuto da tacca era davvero eccezionale, degno allievo di Giambologna. La statua non arrivò a Pitti, ma nel 1640 Ferdinando II la fece trasformare in una fontana da posizionare presso il Mercato Nuovo, aveva sia il compito di abbellimento ma anche pratico per dissetare i mercanti di stoffa che lavoravano sotto la loggia.

Fu dopo averla posizionata in fronte alla spezieria del Cinghiale che assunse in nome di porcellino pur rappresentando un cinghiale. Fu confezionata una base, sempre in bronzo, con una vasca per raccogliere l’acqua che fuoriusciva dalla bocca. La base rappresenta un acquitrino con i caratteristici animali che lo abitano. La statua è poi stata rifusa a causa dell’usura per essere sostituita, l’originale è conservata presso il museo Bardini dal 2004.

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Muso del Porcellino

Avrete notato che il muso del porcellino è lucido come se fosse stato fuso il giorno prima? Questo è dovuto a tre leggende che si estrinsecano con lo stesso rituale. La prima dice che se strofini il muso del porcellino e poi posizioni una moneta nella sua bocca e da li lasciata cadere infila dentro la grata il tuo desiderio si esaudirà. Una seconda versione vuole che lo stesso rituale ti porti fortuna e la terza leggenda, sempre a moneta dentro la grata, prima o poi tornerai a Firenze. Quest’ultima delle tre è quella che preferisco, molto più romantica. Un trucco da adottare per ottenere un ingresso nella grata è sfruttare la fisica, infatti più è pesa la moneta più è facile fare centro. Considerando che le monete raccolte vengono devolute alla madonnina del Grappa consiglio di usare monete da due euro. 🙂

C’è da dire che il porcellino fiorentino è estremamente conosciuto nel mondo tanto che si contano innumerevoli copie a giro. Se ne contano almeno 6 di copie, da Grosseto fino a Sydney. Inoltre viene immortalata in due film di Harry Potter, La camera dei segreti (salone d’ingresso della scuola di Hogwarts) e nella seconda parte de I doni della morte (stanza delle Necessità). La foto a sinistra rappresenta il porcellino presente al museo del Louvre, da me personalmente fotografato.

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Targa commemorativa

Infine addirittura Hans Christian Andersen gli ha dedicato una fiaba dal titolo ”Il porcellino di bronzo’’. Questo l’inizio della favola… “Il porcellino di bronzo – di Hans Christian Andersen – Nella città di Firenze, non lontano da Piazza del granduca , si trova una traversa che credo si chiami Porto Rossa; qui, davanti a una specie di bancarella di verdura, sta un porcellino di bronzo, di bella fattura; fresca e limpida acqua scorre dalla bocca di quell’animale, che a causa dell’età è tutto verde scuro solo il grugno brilla, come fosse stato tirato a lucido, e questo si deve alle molte centinaia di bambini e di poveretti che vi si afferrano per avvicinare la bocca a quella dell’animale e bere. È come un quadretto vedere quel bel porcellino di bronzo abbracciato da un grazioso fanciullo mezzo nudo, che accosta la fresca boccuccia al suo grugno. Chiunque, quando arriva a Firenze, è in grado di trovare quel luogo; basta che chieda del porcellino di bronzo al primo mendicante che incontra, e lo troverà di sicuro. Era una tarda sera d’inverno, le montagne erano coperte di neve…”

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni

 

Il Porcellino.
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