Dopo aver parlato con Maria la guardarobiera, sono passato a salutare Madonna Camilla e Florinda. Sono molto felici di vedermi, vogliono sapere come procede la preparazione della festa. Li faccio un resoconto breve, debbo tornare al lavoro.
Il desco è apparecchiato! Sono arrivati gli artisti di strada. Il Maggiordomo gli ha fatti mangiare nella cucina, dopo li ha portati nel salone della festa. Li ha fatti accomodare da una parte. E’ stato loro ordinato di suonare e fare i vari giochi quando li ospiti avranno iniziato a mangiare.
Il Maggiordomo, mi ha detto di seguirlo alla porta, via via che arrivano li ospiti devo portarli nel salone dove si trova il Granduca, li devo annunciare e devo tornare alla loggia.
Il primo ad arrivare scortato dai Fanti di Palazzo il Gonfaloniere di Giustizia Paolo Carnesecchi di Giuliano. I ventuno Priori delle Arti, il Proconsolo Agostino Nuvoli, scortato dai due Nunzi, il Bandieraio con l’insegna dell’Arte dei Giudici e Notai e il Naccherino. Poi è la volta del Giudice del Tribunale di Mercatanzia Angelo di Tegghiaio Masi, i nobili: Giovanni Bartolini Salimbeni, Francesco Guicciardini, Niccolò Antinori, Piero Donati, Marco Martelli, e infine Bianca Cappello con il marito Pietro Bonaventuri, amici del Granduca.
Sono arrivati i popolani nel cortile, hanno iniziato a mangiare e bere alla salute del Granduca. Dopo qualche tempo, la confusione è aumentata, qualcuno si è ubriacato, canta e urla a squarcia gola. I Fanti intervengono per riportare la calma. Mentre nel salone il Granduca Francesco e i suoi ospiti hanno iniziato a mangiare allietati dalla musica dei suonatori, e le evoluzioni dei Saltimbanchi, dai giochi di forza dei forzuti. Il cantastorie racconta le gesta di Carlo Magno e dei Paladini, dell’amore impossibile di Paolo e Francesca. Il Giullare sgambetta per la stanza raccontando storielle salaci, e prendendo in giro Francesco che sta al gioco.
Sono passati mesi da quando Francesco è diventato il Signore dello Stato. Non è un buon padrone ma un tirannello che angaria i suoi sudditi. Si dimostra spietato con i suoi avversari. Camilla è entrata nel Convento delle Murate, alla badessa Maria Gloria di Ferdinando Pecori, è stato raccomandato di non farla uscire mai più.
Il Granduca non segue gli affari dello Stato, ha delegato l’amministrazione ai suoi sostenitori, dedicandosi alla magia e l’alchimia. In Palazzo Vecchio si è fatto costruire uno Studiolo da Giorgio Vasari, in collaborazione con Vincenzo Borghini filologo e storico. Vi passa intere giornate, catalogando e collezionando i reperti che ha comprato. Gli esperimenti gli fa nel Casino di San Marco in perfetta solitudine.
Francesco con la moglie Giovanna d’Austria, si sono definitivamente trasferiti a Palazzo Pitti, acquistato da Eleonora di Toledo da Luca Pitti nel 1549. Di là d’Arno l’aria è più pura. E per andare alla nuova residenza, usano un “Corridore” sopraelevato che partendo da Palazzo Vecchio arriva nel giardino di Boboli, autore di tutto questo, è l’architetto Giorgio Vasari. Ho saputo questa notizia da Florinda. Oggi il Granduca mi ha chiesto di accompagnarlo a Palazzo Pitti, un viaggio al disopra delle strade, lo spettacolo più bello è quando passiamo sopra il ponte Vecchio. Si vedono le botteghe degli orafi con delle stanzette aggettate sull’Arno Bellissimo!
Come suo padre anche Francesco ha una amante. La nobile veneziana Bianca Cappello. Giovanna la moglie austriaca e scialba gli ha dato solo figlie femmine, non possono succedere al padre sul trono, e per questo si è buttato fra le braccia della bellissima maliarda veneziana. La riempie di regali e attenzioni senza curarsi del marito. Una mattina viene annunciato a Francesco la morte misteriosa del marito della veneziana. Per la città circola una voce, è stato fatto sopprimere da Francesco (non ci sono prove), per poter continuare la tresca senza il marito fra i piedi.
Francesco sempre in attesa di un figlio maschio, regala alla sua amante un palazzo vicino alla sua residenza. Si trova in una strada chiamata via Maggio. I fiorentini sparlano di questo amore alla luce del sole. Qualcuno mette in giro una storia che parla di una galleria sotterranea che va da Pitti al palazzo della Cappello. Così Francesco può raggiungerla quando vuole, senza farsi vedere.
Florinda è stata mandata come dama di compagnia al palazzo della veneziana, ci vediamo di rado, ma mi fornisce senza volerlo notizie interessanti. Mi racconta del tentativo di Bianca di dare al Medici un figlio maschio, fingendo di essere in stato interessante. Anche Giovanna è in cinta, e spera che questa volta partorisca un maschio. Francesco è al settimo cielo. Non uno ma due maschietti per la discendenza!
Finalmente la moglie partorisce il desiderato maschio. Si chiama Filippo quello di Giovanna. Antonio è il nome del figlio (partorito e preso e ben pagato ad una povera donna) nato alla sua amante. Bianca sentendosi in difficoltà, racconta a Francesco dell’imbroglio fatto per dare un figlio al suo amore. Lui non si scompone, e riconosce come proprio il figlio illegittimo. Tutto sembra andare per il meglio, ma il destino mette un bastone fra le ruote. Giovanna muore improvvisamente in un incidente. Dopo poco tempo sposa Bianca, benché il matrimonio venga osteggiato dal Cardinale Ferdinando fratello del Granduca.
Comincio ad essere stanco. Ho scritto molte notizie, su i Medici signori di Firenze, quando tornerò nella mia epoca, avrò un gran successo. Vengo chiamato da Francesco, deve darmi degli ordini. Si trasferisce alla villa di Poggio a Caiano con la sua moglie, diventata nel frattempo Granduchessa.
Sono entrato nello “Studiolo” di Palazzo Vecchio. Il Granduca sta catalogando dei reperti. Quando mi vede mi dice quello che debbo preparare per il loro viaggio. Andranno a Poggio a Caiano, per dedicarsi alla caccia. Si tratterranno poco tempo. Devo far preparare la carrozza per loro due, un carro con le provviste e bauli con gli abiti per la caccia. Oltre a me, deve venire Florinda, due servi Checco e Faina, Mozzetta il cocchiere, Maria la guardarobiera, Anna la cuoca, due aiutanti della cuoca Neri e Ciantella, Maso il “Grullo” conduttore del carro trainato dai buoi, con i bauli e le vettovaglie. Il tutto deve essere pronto entro tre giorni, dopo di che partiremo per la vacanza.
Mentre stiamo ultimando i preparativi per il viaggio a Poggio a Caiano dei Granduchi, per la caccia nei boschi circostanti la villa, una mattina arriva a Palazzo Pitti un servitore della Badessa del Convento delle “Murate”. Viene fermato alla porta dai Fanti di guardia. Il Sergente chiede al servo il motivo della visita. Questi dice che deve consegnare personalmente al Granduca Francesco, una lettera della Badessa.
Il messaggero consegna ai Fanti il cavallo, e segue Checco che lo conduce dal Granduca. Francesco sta parlando con un collaboratore, quando entrano nella stanza, chiede a Checco il motivo dell’intrusione. Gli risponde che l’inviato del convento deve consegnargli una lettera della Badessa del Convento delle “Murate”. Prende in mano il messaggio, rompe la ceralacca con lo stemma dei Pecori, e inizia a leggere.
“Vostra Signoria Francesco de’ Medici, Signore di Firenze. Ho preso la decisione di scrivervi per farvi sapere notizie di Madonna Camilla Martelli. Dopo un periodo di ambientamento nel Convento, ha iniziato a tenere comportamento non consono con l’ambiente in cui viviamo io e le mie consorelle. Invece di cambiare adeguandosi al luogo di preghiera e penitenza, ha cominciato ad urlare e a inveire verso di noi. Rendendo invivibile l’atmosfera del sacro ambiente. Inoltre ha dichiarato più volte di volersi sposare, essendo ella ancora giovane e piacente. Pertanto noi chiediamo a Vostra Signoria di provvedere a calmare la moglie del suo defunto padre”.
Francesco, strappa la lettera in tanti pezzetti, la getta nel fuoco lasciandosi sfuggire queste parole.
Fran.: Ancora questa donna, continua a provocare guai. Ma per Iddio questa è l’ultima volta. Scriverò una lettera per la Reverendissima Madre Badessa. La toglierò dal convento delle “Murate”, e la metterò nel Convento di Santa Monica, dove resterà fino alla morte. Scritto la lettera per la Badessa, la consegna al servo, che lascia il Palazzo tornando al Convento con la risposta.