Bas. Vostra Signoria sarà esaudito ogni suo desiderio.
Lasciato solo Francesco, vado da Madonna Camilla debbo dirle quello che ha ordinato sua Signoria. Busso alla sua porta, una voce mista a singhiozzi risponde.
Cami: Chi siete, cosa volete? Lasciatemi sola con il mio dolore, non vi basta avermi umiliata? Sono rinchiusa nella mia stanza, sola con Florinda.
Bas: Madonna Camilla sono Bastiano. Con dispiacere debbo ubbidire agli ordini di Francesco. Vi prego fatemi entrare!
Cam: Siete voi caro ragazzo. Florinda aprite e fate entrare il nostro amico.
Florinda apre la porta, ha il viso rigato dalle lacrime, anche lei voleva bene a Cosimo, e ora cerca di consolare Madonna Camilla. La vedova è seduta su una sedia accanto al camino acceso. Con la mano fa cenno di avvicinami. Vorrei baciarle la mano, ma la sposta verso la mia testa e la accarezza.
Cami: Farò tutto quello che ha ordinato il Granduca. Rimarrò nella mia stanza in compagnia di Florinda.
Molto commosso chiedo licenza per rientrare nella mia stanza. Prima dell’arrivo di Florinda, debbo scrivere questi avvenimenti.
E’ il gran giorno, della investitura ufficiale di Francesco. La mia mattina di lavoro è iniziata presto. Appena la campana della chiesa di Santa Trìnita ha suonato l’Ave Maria, ho lasciato il letto, mi sono lavato e indossata la divisa con lo stemma della famiglia Medici per questa occasione. Ho fatto una veloce colazione nella cucina del palazzo, e sono andato dalla Enrichetta la guardarobiera, per prendere gli abiti da cerimonia del Nuovo Signore di Firenze.
Francesco si è lavato, ha fatto una parca colazione, e con il mio aiuto ha indossato li abiti da cerimonia e si è messo i simboli del potere. Qualche istante dopo, è arrivato il cocchiere. La carrozza è pronta, e anche il drappello dei lanceri a cavallo è pronto per la partenza. Mi congeda dicendomi di andare ad aspettarlo al Palazzo Vecchio con il Maggiordomo.
Oggi i rappresentanti della Signoria e i maggiorenti della città, verranno a rendere visita a Francesco I°. Gli omaggi al Granduca avvengono in Palazzo Vecchio nel salone dei Cinquecento. Il salone è stato affrescato dal Vasari il pittore e architetto dei Medici, con le vittorie di Cosimo I°. E delle città del Granducato Tutto questo l’ho saputo dal Maggiordomo, che mi ha fatto da guida.
E’ un giorno particolare per il Granduca Francesco, con la morte del padre, decade la tutela e prende ufficialmente le redini dello Stato. Di questa cerimonia, ne descriverò tutto quello che avviene, non ho mai partecipato ad un evento così importante.
Francesco è arrivato a palazzo Vecchio, scende dalla carrozza, e prima di entrare saluta il popolo giunto a vederlo. Al suo passaggio gli alabardieri di guardia, all’ordine del Sergente presentano l’arma sul saluto.
Il primo a presentarsi è il Gonfaloniere di Giustizia Paolo Carnesecchi, a seguire i Capitani della Parte Guelfa, i Priori delle ventuno Arti, il Proconsolo Ser Agostino Nuvoli, il Giudice del Tribunale di Mercatanzia Domine Angelo di Tegghiaio Masi, i rappresentanti delle famiglie nobili fiorentine alleate dei Medici: Bartolini Salimbeni, Guicciardini, Tornabuoni, Antinori, Pucci, Ghini, Pecori, Donati, Pucci, Infangati, e Martelli.
Giungono anche i rappresentanti delle città della Toscana. Pisa, Siena Marciano della Chiana, Arezzo, Volterra, Lucca, Livorno, Pistoia, e il Vescovo di Firenze Micheletto Marzi, inviato dal Papa Leone XI, Alessandro de Medici di Ottajano, parente alla lontana di Francesco. Dopo aver ricevuto gli omaggi, il Granduca, ordina al Maggiordomo di far entrare il popolo, per partecipare alla festa.
Sono rientrato al palazzo Pitti, debbo andare alle cucine a parlare con il cuoco per preparare il pranzo per Francesco e i suoi ospiti. Inoltre vado a far visita alla vedova di Cosimo. Viene ad aprire Florinda, Madonna Camilla è seduta vicino ad una finestra aperta. Quando entro, appoggia sulle gambe il libro che sta leggendo. Gli occhi sono gonfi per aver pianto tanto, i suoi vestiti sono neri. Porterà il lutto tutta la vita a ricordo del suo amato marito.
Le ho fatto un racconto stringato della festa a Palazzo Vecchio. Degli omaggi degli invitati e del pranzo qui nel palazzo per loro. Chiedo licenza, e vado a prepararmi per il desinare. Francesco vuole che aiuti la servitù a servire in tavola. Scrivo velocemente gli avvenimenti della giornata, questa volta diventerò famoso, ma sono triste, sento la nostalgia della mia epoca, non vedo l’ora di tornare. Come farò con Florinda?