Organizzo il trasferimento di Cosimo alla villa di Careggi. Con l’aiuto di due servi, ho spostato il malato mettendolo su una comoda sedia imbottita, l’abbiamo portato nel cortile. Adesso è sistemato nella sua carrozza, accanto ha sua moglie che lo sostiene e lo accarezza. Monto a cassetta accanto al cocchiere, e lo invito a partire. Dietro di noi c’è un carro carico di bauli, quattro servi, una cuoca, e Florinda. Nessuno della famiglia è venuto a salutarci, solo il Maggiordomo sulla porta del palazzo, ci saluta con la mano.
Attraversiamo la città, il popolo non ci riconosce, anche perché la carrozza non ha stemmi visibili sulle portiere. Persino il cocchiere ha indossato abiti anonimi, così possiamo passare senza essere riconosciuti e fermati. Arriviamo alla porta San Gallo. Nessuno ci ferma, continuiamo al trotto verso la nostra destinazione.
Ho chiesto a Mozzetta il cocchiere informazioni su questa villa, e sulla strada da percorrere.
Mozz: La villa si trova nella zona collinare di Monterivecchi, circostante la città, acquistata da Giovanni di Bicci, non lontana da Firenze, è la più vecchia fra quelle possedute dai Medici.
Arriviamo all’ora di desinare. Quando i contadini ci hanno visto arrivare, e riconosiuto il vecchio Granduca, si sono fatti vicino. Dopo aver salutato Cosimo e Camilla, due contadini robusti hanno iniziato a scaricare le suppellettili. Florinda e scesa dal carro, apre la porta entra, e va ad aprire le finestre della casa per arieggiare ed a preparare il letto per l’augusto ammalato.
Ho aiutato a scaricare i bauli con gli abiti. Florinda mi prende per mano e mi porta nella camera scelta per noi due. La giovane, si è affezionata a me e forse è innamorata. Sono un pò restio a contraccambiare le sue carezze. Lei non sa che presto dovrò tornare nel passato. All’improvviso si avvicina i nostri corpi si toccano. Tutto il mio corpo vibra a quel contatto, ad un tratto si stringe ancora di più a me e mi bacia.
La sera dopo cena senza farmi vedere da Florinda, mi ritiro nella camera, e prima che lei venga per dormire, scrivo sui miei fogli quello che è successo in questo giorno. E’ passato del tempo, Cosimo peggiora ogni giorno di più. Ormai non mangia più, è sempre assopito tutto il giorno.
I due medici con il “Flebotomo” vengono alla villa una volta la settimana. Non lo visitano più, non gli fanno salassi. Scuotono la testa quando Camilla chiede notizie. Può morire da un momento all’altro! La poveretta piange tutti i giorni, mangia pochissimo, e rimane sempre vicino al marito.
Il trapasso avviene il 21 aprile 1574. Cosimo muore fra le braccia della moglie. Il giorno stesso, parto per Firenze per portare la ferale notizia a Francesco. Quando arrivo al palazzo, si fa incontro al Maggiordomo. Appena mi vede capisce tutto. Cosimo e morto! Vengo introdotto dal Granduca, con poche parole lo avviso della morte del padre. Rimane in silenzio, poi mi ringrazia per quello che ho fatto, e vengo invitato a tornare alla villa di Careggi per organizzare il trasporto della salma.
Siamo pronti a partire per tornare in città, quando alla villa arriva un drappello di venti Lancieri a cavallo agli ordini di un Caporale, è la scorta assegnata da Francesco per riportare la salma del padre a Firenze, per dargli una degna sepoltura. Siamo pronti a partire. Il Caporale divide i suoi cavalieri mettendoli davanti alla carrozza e dietro al carro con i bauli. I contadini si tolgono il cappello e chinano il capo al nostro passaggio.
Siamo arrivati al palazzo Medici, i due legni entrano nel cortile dove li attende Francesco con tutta la famiglia.
Fran: Prendete la salma del Granduca e portatelo nella sua stanza. Camilla andate nella vostra stanza e li rimanete! Non voglio vedervi in giro, uscirete solo per il funerale. Florinda andate a preparare il letto per la salma. Bastiano scaricate i bauli e portateli nella stanza di Cosimo.
Il giorno dopo la salma è vestita per l’esposizione, gli viene messo un vecchio giubbone, la “Cappa Magna” dell’Ordine di Santo Stefano di cui era fondatore e “Gran Maestro” con croce rossa, lunghi cordoni con nappe di seta, e il “Collare del Toson d’Oro”. Calze intere “all’antica” di colore rosso, una croce con rubini, lo scettro d’argento, e i fornimenti d’oro allo “stocco” con pomo di metallo dorato, e un fodero di velluto con dentro un coltellino e un punteruolo. Sulla testa gli mettono un berretto di velluto nero e la Corona d’oro.
Nell’atrio d’ingresso del palazzo viene preparato un cataletto coperto di broccati neri, per l’esposizione della salma, sorvegliata da quattro Alabardieri. Inizia la visita dei maggiorenti di Firenze, del popolo, e del clero.
Il giorno dopo Cosimo viene tolto dal Cataletto, e messo su un carro funebre scoperto, la salma è coperta da drappi neri. E’ tirato da due morelli con gualdrappe e pennacchi neri.
Il carro funebre si muove, scortato da un drappello di Alabardieri un tamburo batte il passo, dietro c’è il Granduca con la moglie Giovanna d’Austria, i figli e i fratelli di Cosimo. Camilla è in disparte al braccio di Florinda, fra la servitù. Durante il tragitto il popolo, fa ala al passaggio del corte funebre. Gli uomini scoprono la testa inchinandosi, le donne gettano fiori sul carro e si inginocchiano.
Nella chiesa di San Lorenzo, in cui ci sono sepolti i componenti della famiglia Medici, si svolge il “mortorio” in gran pompa. Alla fine del rito funebre, la salma viene inumata in una tomba nella Cripta della “Sagrestia Vecchia.
La sera durante la cena, nessuno a voglia di parlare, il silenzio è palpabile. Finito di mangiare tutti si ritirano nelle loro stanze per la notte. Solamente il Granduca Francesco rimane nel salone. E’ seduto su una sedia accanto al fuoco, sorseggia un bicchiere di Chianti. Il Maggiordomo si avvicina per prendere istruzioni per il giorno dopo.
Fran: Maggiordomo Jacopo, fate venire Bastiano davanti a me, debbo dargli degli ordini perentori per domani.
Jacopo arriva alla porta della mia stanza, bussa e dice: Bastiano, il Granduca vuole che tu lo raggiunga nel salone, mi raccomando fai presto! Sto scrivendo quello che è successo in questi giorni. Mi alzo in piedi, raccolgo i fogli e li nascondo dentro la sacca dove tengo i vestiti.
Sono giunto nel salone, Francesco è seduto vicino al camino acceso, ha lo sguardo perso nelle fiamme. Parlo per annunciargli la mia presenza.
Bas: Vostra Signoria sono qui e aspetto ordini.
Francesco: Domani riceverò i maggiorenti della città, con la morte di mio padre sono divenuto ufficialmente Granduca. Mi affido a voi! Con il Maggiordomo preparate il salone dei ricevimenti qui a Pitti, portateci il trono! Appena desto, dovrete aiutarmi preparando gli abiti da cerimonia, e ad indossare i simboli del potere. Mettetevi d’accordo con Neri, deve preparare un piccolo rinfresco per i miei ospiti. Inoltre non fate uscire dalla sua stanza Camilla, anzi fatela sorvegliare da Florinda.
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