Anche stamattina è caldo, si suda a stare fermi. Non ricordo una estate così rovente. Sono stato al fresco per quindici giorni al mare, temperatura massina 33° con ventilazione, una pacchia! La sera in camera aria condizionata con 22° un incanto! E qui a Firenze si boccheggia. Ma ho deciso! Colazione veloce, doccia e vado alla chiesa Medievale di San Donato in Polverosa. È l’unico posto tranquillo e fresco. E poi sono finiti i restauri interni di questo gioiello. Debbo andare a vedere, ci resterò un bel po’, e farò qualche fotografia.

La strada è un forno, non vedo l’ora dell’arrivo del tram. Mi gusterò anche per poco l’aria condizionata. Sono sceso davanti alla chiesa. Guardo il campanile e vedo che ci sono appesi alle finestre due stendardi dei crociati. Probabilmente ci sarà l’inaugurazione dei restauri con l’autorità. Entro, l’interno è in penombra, solo l’altare è illuminato dalle candele. Cerco un punto buono mi siedo, e aspetto l’inizio della cerimonia. Dopo qualche minuto, sento venire dall’esterno un rumore metallico, forse si sono scontrate due auto, ma non mi interessa, sto al fresco. Entra il pubblico.  Meno male ho trovato un posto in prima fila, se avessi tardato sarei rimasto in piedi.

Mi volto per vedere se arrivano le autorità, intorno a me c’è gente vestita miseramente e molti altri in armatura medievale. Forse girano un film in costume, non ci voleva, mi faranno uscire! Mentre penso a questo, una campanella suona per annunciare l’inizio della messa. Mi alzo in piedi insieme a tutti gli altri. Chissà dov’è la macchina da presa! Mescolato fra le comparse spero non mi vedano, dopo la fine della funzione, uscirò di soppiatto senza farmi vedere. Entra il parroco per la messa tutti popolo e cavalieri si inginocchiano con un gran rumore metallico. L’officiante si rivolge verso i presenti invitandoli a sedere. Non riesco a capire quello che dice, sta officiando in latino, sarà per il film! Ecco, inizia a parlare con enfasi rivolgendosi ai cavalieri.

  • Cari figliuoli, vi ringrazio per essere presenti al rito in gran numero, per ascoltare le parole del Santo Padre Urbano II. Nel Concilio di Clermont-Ferrand, ai cardinali li presenti parlò delle condizioni della Terra Santa e del Santo Sepolcro caduto nelle mani degli infedeli, dei patimenti dei pellegrini li diretti, delle uccisioni, degli stupri delle donne, e ha bandito una Crociata per riconquistare i luoghi santi. Molti re cattolici, principi e baroni, hanno risposto affermativamente, e stanno marciando verso Costantinopoli per imbarcarsi. Ora chiedo a voi o cavalieri fiorentini se siete pronti a combattere morire per la gloria del Signore, e a indossare l’insegna della cristianità?

A queste parole i cavalieri rispondono come un tuono: Dio lo vuole!

È così credibile, sembra vero!

Uno alla volta i cavalieri vanno verso l’altare per ricevere la comunione e la casacca bianca con la Croce Rossa. La messa è finita. Mi alzo e guadagno l’uscita. Fuori ci sono molte tende, cavalli, tenuti dagli staffieri per le briglie, ci sono carri carichi di armi: spadoni, picche, mazze ferrate, scudi, lance, archi e frecce. Ci sono carri stipati con vettovaglie, donne di facili costumi e giocatori. Sarà un bel film! Gironzolando fra i carri e le persone guardo li stemmi nobiliare che li scudieri hanno attaccato alla sella dei cavalli da combattimento.

Uno scudiero mi guarda male, si avvicina e mi apostrofa in malo modo:

  • Tu fellone cosa fai intorno alle armi dei cavalieri? Cosa cerchi? Sei forse una spia dei Musulmani? Vattene prima che mi decida a passarti a fil di spada, oppure sarà il mio cavaliere a tagliarti la testa. Tira fuori la spada e mi minaccia.

No, ecco, io sono entrato in chiesa per rinfrescarmi dal caldo e non sapevo che giravano un film in costume

  • Cosa dici, farnetichi sei forse pazzo?

Non dire niente al regista, me ne vado!

  • Non ti muovere, o ti infilzo!

Maledetta sfortuna ho trovato una comparsa fedele al suo ruolo e non mi molla. Cercherò di entrare in simpatia.

Non sono una spia degli infedeli, ma dimmi come si chiama il film?

  • Tu sei pazzo, non capisco cosa dici e poi sei vestito in modo strano, sei forse un franzoso o un alemanno?

Veramente sono vestito normale, tu invece…. Ma si può sapere cosa fate?

  • Siamo cavalieri fiorentini, i rappresentanti della migliore nobiltà, oggi nell’anno del Signore 1097, abbiamo risposto all’appello del Santo Padre e andiamo in Terra Santa a combattere gli infedeli.

O capito ma dimmi se puoi il tuo nome e quelli dei nobili cavalieri.

  • Mi chiamo Ottone dei conti Bardi, scudiero del nobile Pazzino dei Pazzi comandante dei cavalieri. Ci sono anche i Fifanti, Giuochi, Infangati, Pepi, Adimari, Covoni, Alisei, Guido Guerra dei Conti Guidi e tanti altri, pronti a morire per la fede. Andremo in processione fino al porto di Taranto e poi su galee genovesi traverseremo il mare. In Terra Santa ci uniremo agli altri crociati venuti da ogni parte d’Europa, e sotto il comando di Godefroy de Buillon e Boemondo d’Altavilla, se Dio vuole restituiremo il Santo Sepolcro ai cristiani.

Mentre parliamo un cavaliere si avvicina con fare minaccioso. Deve essere Pazzino dei Pazzi, quello che salirà per primo sulle mura di Gerusalemme avrà in dono le pietre del Santo Sepolcro e le porterà a Firenze. Il mio interlocutore si avvicina a lui spiegandoli chi sono, in risposta Il Pazzi alza il pugno per salutarmi.

Le campane suonano a festa, dalla chiesa esce il prete, subito tutti si inginocchiano per prendere la benedizione. Pazzino, il capo dei cavalieri fiorentini sale in sella aiutato dal suo scudiero, alza la mano e dicendo: Dio lo vuole! al rullo dei tamburi si incamminano per il lungo viaggio.

Li vedo allontanarsi nella caligine del caldo estivo finché non spariscono dalla vista. Sento lo scampanellio annunciante l’arrivo del tram, sono sconvolto per quanto ho visto o forse ho immaginato o sognato tutto nel fresco della chiesa di sicuro c’è che, i cristiani hanno preso Gerusalemme, e Pazzino con gli altri cavalieri sono tornati vincitori. Non parlerò con nessuno di quanto ho immaginato, non vorrei passare per uno che ha preso una insolazione.

Alberto Chiarugi
Intervista impossibile in un giorno di luglio
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