L’orologio, quello strano mezzo con cui ci ostiniamo a misurare il tempo è invenzione di lunga data. Prima abbiamo usato le meridiane, poi le clessidre, poi orologi a pendolo sino a che un signore di nome Filippo Brunelleschi non introdusse una forma energetica diversa che alimentasse il meccanismo, la molla.
Filippo di ser Brunellesco Lapi nato a Firenze nel 1377 e morto a Firenze il 15 aprile 1446 si è distinto come architetto e ingegnere, come scultore ed orafo, come matematico e scenografo. Insomma, assieme a Donatello e Masaccio uno dei grandi che ha dato il via al Rinascimento Fiorentino.
Oltre che il beneamato cupolone fiorentino questo signore ne ha fatte di cotte e di crude, dimostrando una dinamicità di pensiero che pochi possono anche solo avvicinare. La Sagrestia Vecchia e la Cappella de’ Pazzi, lo spedale degli Innocenti, Il Crocifisso di Santa Maria Novella, Le statue per Orsanmichele, mi fermo perchè l’elenco è eccezionalmente lungo.
Fra le altre cose sembra infatti che sia opera del fiorentino l’invenzione dell’orologio a molla. Sino a quel momento i pesi che sfruttavano la forza di gravità erano, non l’unico mezzo di alimentazione degli orologi, ma sicuramente il più usato. Ovvio immaginare che questi meccanismi avevano bisogno di altezza e spazio e quindi gli orologi non erano certo pratici sia che si allocassero in una torre o in un campanile sia che si ponessero in un mobile atto a riceverlo, di solito di nome pendola. L’uso della molla come mezzo energetico di attivazione del meccanismo permetteva la riduzione degli ingombri e la miniaturizzazione nel tempo fino a relegare ad un polso umano un misuratore di tempo.
Il più famoso fra gli orioli (cosi chiamati all’epoca) di progetto brunelleschiano è quello di Palazzo dei Vicari di Scarperia. Un orologio a molla inserito in un cubico telaio di dimensione ridotta e esteticamente esposto. Un vero gioiello della meccanica di precisione per l’epoca.