Nel 1848 Leopoldo II di Lorena, il Granduca “Canapone”, come bonariamente veniva chiamato dai fiorentini per il colore biondo della sua capigliatura, percorreva in carrozza assieme alle sue due figlie via di Bellosguardo.
Via di Bellosguardo, lo sappiamo, non è una strada agevole neppure adesso che è asfaltata e la percorriamo in auto; nell’Ottocento, sul ciottolato e in carrozza, diventava un’impresa!
Durante questa passeggiata, i cavalli si imbizzarrirono e cominciarono a correre forsennatamente per la discesa, ed il cocchiere perse ogni controllo su di essi.
Alla fine di questa folle corsa, la carrozza si ribaltò e Canapone e le figlie vennero violentemente sbalzati fuori, cominciando a rotolare per la strada, finendo tra gli zoccoli dei cavalli impazziti e la carrozza, che veniva ancora trascinata giù per discesa.
Un pauroso incidente, che poteva avere conseguenze terribili.
Miracolosamente invece, nessuno venne neppure sfiorato da cavalli e carrozza e Granduca e figlie restarono, salvo qualche graffio, praticamente illesi.
Canapone, conscio di essere stato miracolato, donò alla chiesa dei Santi Vito e Modesto a Bellosguardo un calice e fece erigere un tabernacolo proprio nel tratto di Via di Bellosguardo dove era accaduto l’incidente.
Nel tabernacolo è raffigurata una Madonna col Bambino in terracotta invetriata. Canapone fece apporre una scritta a ricordo di quanto accaduto, che denota la sua modestia.
La scritta, ancora oggi leggibile, recita infatti in modo alquanto anonimo: “Per grazia ricevuta da un padre con due figlie.”