Parole dalla J alla Q

L

LABBRATA: Un colpo dato con il rovescio della mano sul labbro. ” m’ha dato una labbrata di nulla.”, mi ha dato uno schiaffo sul labbro.

LAMPREDOTTAIO: Venditore di lampredotto.

LÀPISSE: Lapis, parola storpiata sinonimo di matita. Da questa anche la parola appuntalàpisse.

LARDERELLO: Ciccia che esce dai pantaloni, giusto sopra la cintura detta anche maniglie dell’amore.

LASTUCCIO: Significa astuccio. Fusione fra articolo e sostantivo. “Ho comprato il lastuccio nuovo”, ho acquistato un astuccio nuovo.

LECCA: Aver preso un colpo, cadendo o da parte di una persona. “Ti do una lecca che t’accorcio”, ti do una botta che ti abbasso.

LETIHARE: Litigare. Quando due persone discutono a voce alta con rischio di arrivare alle mani. “Gl’anno fatto una letihata di nulla!”, hanno litigato molto duramente.

LE’ASSI: Alzarsi dal letto oppure allontanarsi dal posto. “Sarebbe ora ti le’assi dal letto son le dieci”, sarebbe ora ti alzassi sono le 10. “Sarà bene le’assi di qui.”, Allontaniamoci da qui.

LEZZO: Indica una persona poco pulita. “Oh che lezzo tu sei, cambiati la camicia!”, hai la camicia sporca, cambiala.

LICITE: Bagno contadino costituito da buca e coperchio.

LUPINO: Callo al piede a forma di lupino.

M

MACELLARO: Macellaio. L’aggiunta di una D trasforma la parola in MacellaDro indicando che si comporta da ladro nel pesare la carne.

MACELLO: Usato per indicare confusione disordine, ecc.

MALESTRI: Tenere un cattivo comportamento. “Se tuffai i malestri tunne tocchi!”, Se ti comporti male le prendi.

MAMMA: Usato sempre in sostituzione di Madre. “La mi’ mamma tu la lasci stare!”, la mia mamma non la nominare.

MAN’A’RO’ÈSCIO: Significa dare uno schiaffo con il dorso della mano.

MANE: Plurale di mano, “”Mi prede le mane”, mi prudono le mani, inteso come ho voglia di menarti.

MANFANO: Una persona che si muove pesantemente senza attenzione agli oggetti e alle persone intorno. “A guidare tu sei un manfano”, guidi senza rispetto.

MANIERA: Modo di comportarsi. “Mamma mia che maniere!”, Accidenti come sei maleducato. Non solo usato in maniera dispregiativa ma anche di apprezzamento.

MARMATO: Si intende che un oggetto è particolrmente freddo, come il marmo. “… te la portai da’i ‘vivoli a prendere un gelato la mi disse l’e’ marmato la mi fece scompari…”, citazione di Teresina di Marasco.

MEDESIMO: Per indicare la stessa cosa o persona. “L’è la medesima ‘osa.”, è la stessa cosa.

MELE: Indicano le natiche. Quindi assieme il sedere o il culo.

MELEGGIARE: Prendere per le mele ossia prendere prendere in giro o più volgarmente per il culo!

MENASSELA: Usato per indicare un comportamento borioso, una persona che parla boriosamente. “Certo come se la mena quella…”, quando parla quella è proprio boriosa. Usato anche per indicare un eccesso di scrupoli o di pensieri. “Non te la menare!”, Smettila di pensarci. In ultima analisi usata anche per indicare volgarmente la masturbazione femminile. “Menatela da sola allora!”, fai sesso per conto tuo!

MERDAIOLO: In origine usato per indicare coloro deputati alla vuotatura dei pozzi neri, in seguito usato come dispregiativo per offendere una persona approfittatrice. “L’ha bevuto tutto lui i’ vino, quel merdaiolo”, il vino l’ha bevuto solo lui approfittandosi.

MERENDA: Non è un termine prettamente fiorentino, ma è diventato famoso per i fatti legati ai “compagni di merende. Da leggere l’articolo “Mostro di Firenze, un caso mai chiuso“.

MERENDONE: una persona grande e grossa, decisamente in sovrappeso o letteralmente obesa. Il senso è di uno che da la sensazione di essere perennemente a fare merende, quindi è uno lento nei movimenti ma anche nel cervello.

MIDOLLA: Sinonimo di mollica di pane, probabilmente deriva dal concetto di midollo dell’osso mimando la parte interna del pane.

MIMMO/A: Bambino/a in età di lattante o poco più. “Abbozala di bociare che i’ mimmo dorme”, smetti di urlare che il bambino dorme.

MINA: Inteso nel senso di essere caduto. “l’ha battuto una mina di perridere!”, ha battuto una botta molto forte.

MOCCOLARE: Deriva da smoccolare, cioè rimuovere gli eccessi di cera da una candela, un moccolo. Sottraendo la S diventa sinonimo di bestemmiare.

MOLLASSI: Sinonimo di bagnarsi, “Bisogna esse grulli pe’ mollassi in quella maniera.”, E’ da stupidi bagnarsi cosi tanto. Un secondo uso è per indicare di non lasciare sola una persona oppure perdere la presa. “Non mi mollare che ‘asco!”, non mi lasciare che cado!

MOMMO: Indica l’acqua nel linguaggio dei bambini, nel fiorentino è usato anche per indicare l’uso eccessivo del bere. “Ti piace il mommo ehhh?!”, ti piace bere ehh!?

MORTESECCA: Usato dai fiorentini per indicare i cartelli di pericolo dove è presente il teschio con le ossa incrociate. A volte usato per indicare persone particolarmente magre. “L’ha visto Lapo, pare una mortesecca!”, hai visto come è magro Lapo!

MOTA: Usato al posto di fango.

MUGGHIARE: In origine riferito al brontolare dello stomaco a causa della fame, oggi usato rispetto alle persone che brontolano sottovoce.

MURICCIÒLO: Il muricciòlo è un piccolo muro adatto a sedersi dove spesso si aggregano più persone per far quattro chiacchere.

N

NÀCCHERO: Usato sovente per indicare una persona che fa il furbo, oppure usato per richiamare l’attenzione di qualcuno. “Oh nàcchero, ma chi tu credi di piglia’ pe’ i’ culo!”, Oh furbetto non crederai di prendermi in giro.

NAPPA: Usato al posto di naso, soprattutto per indicare forme o dimensioni fuori dal comune.  “L’ha una nappa che pare un quarto d’agnello”, Ha un naso così grosso che sembra un quarto di agnello.

NINI: Vezzeggiativo rivolto a bambini. “I’che ti sei fatto la bua nini?”, ti sei fatto male? Talvolta usato verso gli adulti per evidenziare lo stato di inferiorità dell’interlocutore. “Oh nini tu mai bell’divertito, abbozzala!”, oh bimbo, mi hai stancato, smettila!

NIVVÌSO: Letteralmente, nel viso, “Oh un gni metto le mani nivviso!”, gli do due schiaffi.

NOCCHINO: Consiste nel dare una botta in testa con il pugno chiuso utilizzando le nocche.

NOIA: Usato anche per indicare fastidio, “Quando parla è noiosa”,  quando parla è fastidiosa.

NOSTRALE: Un prodotto che ha origini locali.

NOSTRANO: Un prodotto che ha origini locali.

NOVA IORCHE: Per indicare la città di New York.

O

O’: Esclamazione che richiama l’attenzione alla frase che segue. “O’! ma che a’ capito o no ?”, Hei, mi hai inteso (ascoltato) o no?

ORA: In Toscana ed in particolar modo a Firenze, usato nel giusto contesto, significa adesso. “Si va ora o dopo?, si va adesso o dopo?

ORIOLO: Significa orologio. A Firenze Via dell’Oriolo è strada antica. “Vado a riparare l’oriolo. , vado ad aggiustare l’orologio.

P

PACCHIANO: Persona che si veste in maniera esagerata e vistosa.

PADELLARE: Sbagliare un bersaglio. Utilizzato nel linguaggio della caccia, ma anche nel gergo comune. “T’hai padellato il fagiano!”, non hai colpito il fagiano.

PALLE: Parola impiegata, quasi sempre con il rafforzativo “O'” per richiamare l’attenzione di qualcuno quando fa qualcosa fuori da seminato, cioè fuori dagli schemi. “O’ palle, ma icché tu dici?”,  … ma che cosa sta dicendo?

PALLINO: Assume lo stesso significato dell’espressione sopra “palle” però di solito indirizzata da una persona adulta verso qualcuno più giovane.

PANMOLLE: Pane inzuppato nell’acqua.

PANZANELLA: Piatto tipico della Toscana, da leggere l’articolo: Panzanella fiorentina

PARTIRE: Dividere in parti. “Vai, devi partire i’ dolce”, Comincia a dividere il dolce.

PASSATA: Il cerchietto usato per fermare i capelli.

PASSERA: Indica sia l’organo genitale femminile sia una bella ragazza. “Guarda che passera l’è quella!”, guarda che bella ragazza è quella la.

PASTE: Sinonimo di pastasciutta. “Buhaioli c’è le paste“, Lascio all’articolo la spiegazione.

PELUCCARE: Usato in termini generici quando qualcuno prende piccoli pezzetti di cibo.

PERDINCI: Usata per indicare disappunto per qualcosa che è andato storto. “Perdici, pe’ poho ho perso i’ treno”, accidenti, ho perso il treno per poco.

PERDINDIRINDINA: Espressione stizzita di quando si perde la calma, usata al posto delle parolacce.

PESO: Per indicare qualcosa di gravoso, insostenibile, noioso. “Certo che mario l’è peso!”, Mario risulta noioso.

PETONCIANE: Sinonimo di melanzane.

PETTA’A: Indica una salita ripida e faticosa. Deriva dalla parola pettata che significa colpo al petto, il riferimento è dovuto al grande sforzo cardiaco per affrontare la salita. “Io e un’ vengo, l’ha’ visto che petta’a che c’è!?”, io non vengo, hai visto che salita che c’è!?

PEZZOLA: Il fazzoletto per il naso.

PIACCICONE: Si usa per indicare una persona lenta a fare qualsiasi cosa.

PIAGNISTEI: Si definiscono piagnistei le lamentele continue per futili ragioni.

PIATTI PARI: Piatti piani.

PIATTOLONE: Riferito ad una persona che si muove lenta e noiosamente.

PICCINO: Equivalete di piccolo, “Oohh come l’è piccino codesto mimmo”, è veramente piccolo questo bambino.

PICCOSO: Una persona testarda.

PIDOCCHIOSO: La parola si riferisca ad una persona tirchia, non disposta a spendere denaro, nonostante ne abbia, tanto da apparire anche indecoroso nel vestire, come un barbone.

PIGIARE: Sinonimi di premere, schiacciare.

PIGLIARE: Sinonimo di prendere.

PILA: Torcia elettrica funzionante a pile.

PÌLLORO: Ciottolo di fiume.

PINA: Sinonimo di pigna. Un modo di dire è infatti: “Tu se’ duro come le pine verdi!”, sei proprio un testardo.

PIPI: Organo sessuale maschile usato soprattutto nel linguaggio dei bambini.

PIPPOLO: Oggetto di piccole dimensioni con una funzione specifica come un pulsante, una vevetta, un bottone.

PIRULINO: Piccolo cono di carta realizzato a mano arrotolando un foglio e umettando la punta con la saliva per incollarla. Usato come proiettile della cerbottana. Dato che si tratta di un cono stretto e allungato è entrata in uso per indicare una persona alta e magrissima. “Guarda che pirulino l’è quello!”, guarda come è magro quel signore.

PISCHELLO/A: Ragazzo/a di età piuttosto giovane, spesso usato per sottolineare la mancanza di esperienza.

PISSERO/A: Qualcosa (oggetto) o qualcuno (persona) che vale apparentemente veramente poco. Indica ad esempio un/a giovane lezioso/a, un po’ incapace, molto meticolosa nel vestire tanto da essere stucchevole oltre ogni limite. Persona che fa smancerie anche inopportune ed esagerate.

PODERE: Pezzetto di terreno coltivabile. “L’è ni podere e torna stasera”, è nel campo torna stasera.

POGARE: Parola fiorentina di recente introduzione, consiste nel  saltare a ritmo di musica spingendosi gli uni con gli altri durante i concerti o le manifestazioni.

POGGIO: La sommità di una collina.

POPONE: Quello che nel resto d’Italia è chiamato melone. Vedi: Il popone

POPPE: Equivalente del seno. In uso da moltissimo tempo, tanto da ritrovarlo nella Divina commedia. “[…] le sfacciate donne fiorentine / l’andar mostrando con le poppe il petto” (La Divina Commedia, Inferno, Canto XXIII, vv. 101-102). 

POPPE DI MONACA: Il modo fiorentino di chiamare le meringa.

PORO: Sinonimo di povero. “Non sei andato? Poro te!”, non sei andato? Povero te!

POSCIA:  Indica dopo oppure poi o ancora in seguito, “Poscia che m’ebbe ragionato questo, / li occhi lucenti lacrimando volse” (La Divina Commedia [Inferno, Canto II, vv. 31-32])

POLE: Equivalente di potere.  “Che si pòle?. posso entrare? ed ancora  “Un se ne pòle più, non se ne può più.

POTTA: Assume significato duplice. Un primo in termini sessuali ed indica l’apparato genitale femminile. L’altro è l’equivalente del termine, sempre fiorentino, ganzo, cioè comportarsi da superiore, “E fa i’ potta”, fa il superiore.

POTTINO/A: Oppure usato POTTONE/A cioè fare il pòtta (vedi sopra) ma non avendone le qualità, quindi riduttivo. “Che pottino di merda”, fa il superiore del cazzo.

PRINCIPIARE: Iniziare, cominciare un’azione. “L’è i tocco che si principia a desinare?!, è le 13.00 si comincia a mangiare?!

PRECISO!: Esclamazione corrispondente a “esatto!”, “Proprio così!”.

PRESCIUTTO: Prosciutto.

PRESEMPIO: Per esempio, “Facciamo presempio che si va’ al mare…”, facciamo per esempio che andiamo al mare…

PRUZZICA: Pizzica. “Oggi mi prùzzica il naso”, oggi mi pizzica il naso.

PUNTO/I: Avverbio di negazione assoluta che significa che di quella cosa non ce ne sta assolutamente. “Che c´hai di caffè? No, un ce n´ho punto!”, hai del caffè? “Non va punto bene!”, non va bene per niente.

PUPPE: Equivalente del seno. Ricordo anche un uso del termine divertente.  Puppe a Pera

PUTAHASO: Metti caso che. “Putacaso ce l’hai un giravite?”,  hai un cacciavite?

PUZZO: Fare puzzo, cioè essere uggioso, fare polemica per qualcosa. “Oh gnamo, quanto puzzo tu fai pe’una bischera’a!”, via su smettila, stai facendo tanta polemica per una scioccheza.

Q

QUATTRINI: Il Quattrino era una moneta del Granducato di Toscana cioè soldi. “Che ce l’hai i quattrini?”, hai un po’ di soldi?

Parole dalla R alla Z

Vocabolario Fiorentino. Dalla J alla Q.

4 pensieri su “Vocabolario Fiorentino. Dalla J alla Q.

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