Ancora giovanissimo, Cosimo, pur indaffaratissimo nel cercare di consolidare il governo della città, e l’impresa era davvero improba, riusciva comunque a ritagliarsi dei momenti da dedicare alla sua vita privata.
Uomo fascinoso, vigoroso, perfetto nel volto pensoso, si era invaghito di una bella fanciulla, biondissima e dagli occhi color nocciola.
Cosimo, che ancora non era così celebre, si comportava da privato signore e riusciva a vivere con Lucrezia Pucci un rapporto sereno; la ragazza, nobile, assennata e riservatissima, gli regalava momenti di rara intimità, che gli facevano scordare per un po’ le beghe governative.
Col passare del tempo, il rapporto tra Cosimo e Lucrezia cresceva, come cresceva il loro amore; ma l’ambizione e le mire di dominio crescevano di pari passo in Cosimo e, si sa, queste ultime non hanno mai giovato alle ragioni del cuore.
Cosimo sognava di dominare tutte le città toscane e la sorte lo favorì, i suoi progetti andarono a buon fine, ma nella sua vita privata ne fece le spese. Lucrezia infatti, che amava l’uomo Cosimo e non il Duca, dovette soggiacere al sogno di potere di Cosimo, che rendendosi conto che non era possibile portare avanti entrambi i progetti di vita, decise di sacrificare Lucrezia a favore della ragion di Stato. Se avesse tenuto Lucrezia al suo fianco, sapeva bene che non avrebbe mai avuto la testa completamente libera da poter pensare ai suoi pubblici scopi, perché per lui Lucrezia era una dolce ossessione e venne immolata alla sua ambizione.
Cosimo si premurò di procurarle un buon matrimonio, con un uomo colto e raffinato. Fu così che venne maritata al pistoiese Bartolommeo Panciatichi, preparandole una vita provinciale, lontana dalle beghe della città. Lucrezia si ritirò in volontario esilio nella villa di Bartolommeo, accettato dolcemente come sposo.
Il Bronzino, che ritrarrà tutta la famiglia di Cosimo, avrà anche l’incarico di ritrarre Lucrezia e suo marito. Lucrezia, bionda, bellissima e triste, ha lo sguardo perso in lontani ricordi, seduta su una Savonarola, che la fa sembrare quasi su un trono. La mano sul libro, a tenere il segno della lettura; lo sguardo fisso davanti a sé, quello sguardo di chi guarda ma non vede, se non con gli occhi del ricordo.
Cosimo l’ha fatta ritrarre per conservare viva davanti agli occhi la sua immagine, in un bellissimo vestito dal tessuto cangiante, impreziosito dalla cintura. La lunga catena d’oro porta una piccola, malinconica scritta che dice “Sin fin amour Duré” (l’amore dovrebbe durare per sempre). Nello sguardo di Lucrezia si percepisce la sottomessa accettazione di una scelta non sua, nella compostezza del volto sigilla per sempre il suo segreto d’amore.