Il peccato. Il furore di Michelangelo

di Andrej Koncalovskij

Una produzione Italo russa per questo film del 2019 su Michelangelo.

Se vogliamo una pellicola insolita, di certo non commerciale e che fa il verso alle pellicole biografiche uscite in questi ultimi anni su vari artisti del passato, film generalmente proiettati nelle sale solo per pochi giorni e miranti ad avvicinare un pubblico di nicchia, forse non numeroso ma appassionato, questa è la pellicola giusta.

Questo film, però, non è un documentario che si avvale di qualche ricostruzione, bensì un vero e proprio film sull’artista in cui la vita e le opere di questo genio artistico, sono riportati sullo schermo. La sceneggiatura mi riporta alla mente la vecchia scuola cinematografica italiana.

A parte le solite inesattezze storiche cinematografiche sui costumi (piuttosto discutibili), nel film colpisce un Michelangelo dalle vesti trasandate, sporco, spesso ubriaco, inebriato dai suoi pensieri, rapito da essi e a tratti dissociato dalla realtà che lo circonda.

Rappresentato come un pellegrino pazzo mentre parla da solo, assorto nei suoi grattacapi, tra sfoghi e frustrazioni.

Una parentesi interessante è aperta sul particolare rapporto con la famiglia, la quale vive chiaramente sulle sue spalle grazie ai suoi guadagni e godendo dei privilegi della sua notorietà.

Nel film è immortalato mentre entra a Firenze e investe tutti i soldi che la famiglia non ha ancora speso per comprare degli immobili pronosticando che gli stessi, con l’avvento dei Medici nella città, avrebbero incrementato il loro valore. Un breve accenno a dei disordini scoppiati nella città, sono l’espediente per portare sullo schermo il famoso corpo raffigurato nel noto schizzo di Leonardo, che rappresenta appunto un impiccato penzolante da un edificio fiorentino.

Il film si muove tra efficaci ricostruzioni di panorami rinascimentali delle città di Roma e Firenze.

Una bella ricostruzione del cantiere della Cappella Sistina nel Vaticano, mentre arrivano gli incaricati di papa Giulio II, che, stanchi delle insoddisfazioni che portano l’artista e procrastinare di continuo i lavori, lo obbligano a smantellare il cantiere per poter finalmente godere della sua opera.

È Raffaello il responsabile di questa intrusione, infatti dopo una sua incursione segreta nel cantiere, avverte gli alti prelati che l’opera di Michelangelo può ritenersi conclusa nonostante le rimostranze dell’artista. Una clip dal FILM

Interessanti gli spaccati di vita quotidiana immortalati nella pellicola: il popolo, gente comune assorta nei propri impegni o in relazione con l’artista, le abitudini e soprattutto i dialoghi, spesso riproposti in dialetto talmente stretto da risultare incomprensibile, non sarebbe stato male poter godere dell’ausilio di sottotitoli…

Una scelta comunque davvero efficace.

Interessante scelta artistica quella di rappresentare Giulio II che prossimo alla morte appare in sogno a Michelangelo per punirlo picchiandolo per non aver ancora terminato il suo monumento funebre.

Storicamente è risaputo che il monumento rimase incompiuto a causa dell’ impegnativo lavoro nella Cappella Sistina che lo stesso pontefice aveva commissionato a Michelangelo, ricattandolo di incaricare Raffaello in caso di un suo rifiuto. Suggestive le immagini di alcuni lavori dell’artista, alcuni ancora grezzi, all’interno della sua bottega o presentati con un aurea onirica.

Un accenno ai Della Rovere mentre a malincuore lasciano il posto ai De Medici, che, nonostante abbiano perso potere, sono ancora temibili e in grado di intimorire Michelangelo, il quale incaricato di eseguire 40 statue per il monumento funebre di Giulio II, non le ha ancora neanche cominciate.

Molto lunga la parentesi sulla cava di Carrara per scegliere i marmi, qui Michelangelo è rappresentato mentre vive, dialoga e tratta con gli operai della cava.

Sempre inquieto, irrequieto, insoddisfatto, sempre alla ricerca della perfezione, con l’incubo del tempo che gli sfugge di mano.

Introverso, introspettivo, perennemente agitato, forsennatamente impegnato, ma sempre geniale.

Riproposti sullo schermo gli incontri assai realistici con Sansovino, Giulio II, il Malaspina, Raffaello e altri prestigiosi personaggi coevi, tra cui Leone X De Medici che convince Michelangelo a lavorare per lui (nonostante l’impegno in sospeso con i Della Rovere), i quali complottano contro il papa con l’aiuto di Francesco I re di Francia. Peccato per gli scivoloni sui costumi: alcuni inventati, altri ispirati addirittura al 1600, pochi, pochissimi quelli della fine del 1400.

I soldati indossano strane armature e la gente del popolo si veste con dei gilet in pelle (!?). Le donne poi hanno abiti popolani che sembrano usciti da un film di Rugantino. Nella scena della cacciata del duca di Urbino dal suo ducato ad opera dei Medici, l’imperizia dell’uso delle armi bianche è a dire poco imbarazzante se non osceno!

Purtroppo il cinema presta sempre poca attenzione a questi importanti dettagli ritenendoli secondari, un costumista storico serio ed un maestro d’armi con preparazione marziale e non teatrale avrebbe aggiunto lustro al film.

Dopo scontri verbali, fisici, ingiurie, minacce e offese molto realistiche tra i personaggi sia di alto che di basso ceto, arriviamo all’ epilogo: Dante sopraggiunge per portare via Michelangelo, la sua vita è finita.

Un bel film, che mi ha riportato alla mente quello sul Vasari di Luca Verdone, (questo si con una particolare attenzione ai costumi storici oltre che alla storia) e all’opera di Ermanno Olmi: ‘Il mestiere delle armi‘.

Film pregno di quella ‘lentezza’ tipica dei film d’autore, una flemma che cerca di ricreare quella realistica del periodo storico a cui fa riferimento la pellicola. Scene lunghe, volutamente statiche, introspettive, in cui l’immobilità dell’azione cerca quella realtà e quel pathos che vuole rapirci per portarci in questo passato.

Un film che dura ben due ore e un quarto, in cui mi è parso di ritrovare il fantasma di Olmi, credo l’unico che finora sia riuscito a catturare e ricreare l’essenza di quei tempi.

Riccardo Massaro
Il peccato. Il furore di Michelangelo

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