Il campanile della chiesa di Santo Spirito venne realizzato, posteriormente alla basilica, su disegno di Baccio d’Agnolo. Francesco Lumachi, nella sua guida “Firenze e dintorni” ci racconta di un aneddoto a proposito del campanile.
Il 5 agosto 1652, durante un uragano, un fulmine cadde su questo bellissimo campanile, producendovi uno squarcio che ne metteva in pericolo la stabilità. Venne subito nominata una commissione che presentasse al Granduca Ferdinando II una supplica per ottenere i fondi necessari ai lavori di riparazione.
Per chi non ne fosse a conoscenza, il Granduca Ferdinando II aveva esplicite tendenze omosessuali.
Come oratore venne scelto Carlo Dati, accademico della Crusca, e questi si presentò assieme ai Commissari in Palazzo Pitti per conferire col Granduca, proprio nel momento in cui il Sovrano aveva cominciato a spogliare un corriere giuntogli da Milano. Ferdinando II, nonostante il momento non propriamente opportuno, fece introdurre il comitato, sperando che si trattasse semplicemente di domandare la somma necessaria per il restauro.
Carlo Dati invece estrasse un voluminoso manoscritto, inforcò gli occhiali, si ravviò i boccoli della parrucca, assunse una posa da grande oratore ed iniziò:
“Fabbricossi, Serenissimo Signore, l’anno 1480, il campanile di S. Spirito…”
“Un momento!” lo interruppe subito il Granduca, vedendo che il Dati aveva iniziato la sua trattazione partendo dalla fondazione e che quindi la storia sarebbe andata per le lunghe. “Un momento: ho urgenza di esaminare il corriere di Stato, giuntomi ora da Milano. Voi continuerete pure il vostro discorso e quando sarete arrivato all’anno 1650, fatemi chiamare ed io verrò a sentire di che si tratta. Per intanto debbo lasciarvi…”
E piantò lì la Commissione, lasciando tutti con un palmo di naso, tanto che il Dati e gli altri Commissari, non sapendo più che pesci pigliare, se ne andarono stizziti senza più disturbare il Granduca che, poco dopo, faceva comunque restaurare il campanile, anche senza aver conosciuto il testo del memoriale di Carlo Dati.
… O forse proprio grazie al fatto di non averlo conosciuto?!?