Oggi il Ponte Vecchio è storicamente considerato sede di negozi di gioielleria, ma come sappiamo non è sempre stato cosi. Un tempo le botteghe presenti sul ponte erano eterogenee e contavano più categorie commerciali.
Intorno al 1550 Cosimo I fece eseguire un censimento, per vedere quante e quali botteghe erano presenti sul ponte.
Dal censimento venne registrato che a quel tempo sul ponte vi erano svariate attività, queste seguenti le maggiori registrate:
- 3 beccai, come sappiamo i beccai appartenevano ad una delle 14 Arti Minori. Trattavano l’acquisto, la macellazione e la vendita di carni bovine, ovine, suine. Vi erano iscritti anche i portatori di carne (i facchini), mercanti di bestiame, gli osti e i tavernai, pollaioli e pescivendoli.
- 3 pizzicagnoli, facevano parte delle Arti Minori. Vi erano iscritti gli addetti alla conduzione dei frantoi, i venditori di olio nelle botteghe, gli ambulanti che vendevano olio e generi alimentari, i caciaioli e i pizzicagnoli.
- 5 calzolai, facevano parte delle Arti Minori, vi erano iscritti i calzolai, i pianellai, i ciabattini e gli zoccolai.
- 2 legnaioli, facevano parte delle Arti Minori. Vi erano iscritti i fabbricanti di cofani, forzieri, cassapanche, stipetti, barili, banchi, tini, bigonce, telai, rastrelli e anche i riparatori, pittori e venditori di mobili.
- 2 biadaioli, facevano parte delle Arti Minori iscritti in quella dei Fornai.
- 1 bicchieraio, rientrava nelle Arti Maggiori come Compagnia dei Vetrai, ed erano accolti nell’Arte Maggiore dei Medici e degli Speziali.
- 1 merciaio, erano parte delle Arti Maggiori e rientravano in quella dei Medici e degli Speziali. I Merciai vendevano una svariata ed eterogenea quantità di mercanzia che andava dai cappelli ai guanti, lame, scarpe, oggetti in argento battuto, funi, stoppa e via dicendo, erano l’antitesi dei grandi magazzini Duilio 48.
- 1 rivendugnolo, che suppongo essere un cenciaiolo,
- e una decina di venditori di generi diversi tra cui un osteria che presentava come insegna un drago.
Come sappiamo una 40ina di anni dopo, il 25 settembre 1593, il Gran Duca Ferdinando I emanò un bando che ordinava lo sgombero di tutta questa “massa” di botteghe che rendevano indecoroso il ponte Vecchio. Il Vasari aveva realizzato il famoso corridoio e il ponte era o meglio, doveva diventare, un luogo consono al passaggio di gentiluomini e stranieri illustri. D’altronde poco prima, fino al 1566/7 in piazza del Pesce, oggi Lungarno degli Archibugieri, vi era il mercato del pesce che già aveva subito la sorte dello spostamento in piazza del Mercato Vecchio. Il bando assegnava le botteghe del Ponte Vecchio solo ed esclusivamente ad oreficerie, gioiellieri ed argentieri, e cosi è ancora oggi.
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