Vicino a Fiesole, circondato da un bosco, si trova il Castello di VincigliataLa struttura originaria del castello risale al 1030, e venne costruito dai Visdomini; passò poi agli Usimbardi e agli Albizi.

Questo Castello, nel corso di ottocento anni, è stato venduto o perso al gioco dalle famiglie più importanti di Firenze. Nel 1840 ormai era quasi un rudere e si prospettava per lui la fine di molte altre costruzioni fortificate, ovvero un ammasso di pietre sconnesse rimaste lì, testimoni silenziose di un tempo che fu.
In questo caso invece, il Castello attirò l’attenzione di un Lord inglese, John Temple Leader, che durante una passeggiata si imbatté nel rudere e ne rimase affascinato.

Cominciò ad osservarlo, ad aggirarsi per quegli ambienti, con un senso di meraviglia e di eccitazione; probabilmente, chissà, con la fantasia riusciva ad immaginare scene di vita di quel passato così lontano ma così presente. Rimase per ore estasiato tra quelle mura, quasi in trance e quando cominciò a fare sera, tornando sui suoi passi, prese una decisione: il castello doveva essere suo.

Lo acquistò e nel giro di una dozzina di anni lo ristrutturò, sicuramente conferendogli un aspetto ben diverso da quello che doveva essere in origine: la ristrutturazione fu eseguita secondo il gusto dell’epoca, e quello che alla fine venne fuori fu un castello di stile gotico.
Si favoleggiava che il castello avesse passaggi segreti, trabocchetti, stanze misteriose ed altre diavolerie che la fantasia romantica aveva attribuito al medioevo. Pur se “fantasiosa”, la ristrutturazione fu particolareggiata, seguita dall’architetto Fancelli e dai più famosi artigiani, scultori, scalpellini e pittori fiorentini.
Oltre al Castello, anche i terreni circostanti vennero curati, provvedendo a rimboschire là dove era necessario e scegliendo con cura i tipi di piante adatti al terreno roccioso. Vennero scelti cipressi, pini e lecci e collocati nei punti più emergenti.

Acquistò anche l’antica Cava delle Colonne, che doveva questo suo nome al fatto che le pietre qui estratte erano servite per costruire le colonne della Cappella dei Principi in San Lorenzo, e trasformò questo luogo in un romantico laghetto-piscina, a cui l’acqua arrivava dal torrente Mensola. Il bosco è pieno di tortuosi sentieri che attraversandolo incontrano ponticelli, muretti, statue di mostri mitologici e una grotta ninfeo. Il classico giardino romantico.
In un posto del genere, non poteva mancare il classico fantasma del castello.

E John Temple Leader non ebbe neanche bisogno di far ricorso alla fantasia: il fantasma c’era davvero! La leggenda narra la storia di Bianca degli Usimbardi e del suo amore infelice.
Quando il castello era possedimento della casata degli Usimbardi, il capo famiglia, Giovanni, aveva una figlia bellissima, Bianca. Bianca aveva 17 anni, quando Giovanni scoprì che, nonostante le sue premure e la stretta vigilanza, la ragazza aveva una relazione con Uberto del Mazzecca, figlio di una famiglia nemica degli Usimbardi.
Ovviamente Giovanni vietò quella relazione clandestina, ma il destino gioca sempre un suo ruolo primario in ogni vicenda e in questo caso fu dalla parte degli innamorati e, quando scoppiò la guerra tra Firenze e Castruccio Castracani, signore di Lucca, il padre di Bianca fu costretto a partire per combattere.
Al suo fianco c’era costantemente un cavaliere che lo proteggeva come un angelo custode. Un giorno questo impavido combattente salvò la vita di Giovanni rimanendo ferito per difenderlo. Solo in quell’occasione il padre di Bianca scoprì che il suo salvatore era Uberto del Mazzecca, l’amore segreto della figlia.</span
Giovanni, riconoscente, concesse la figlia in sposa al giovane. Le nozze vennero preparate ed ogni cosa sembrava procedere nel migliore dei modi, ma l’odio tra le due famiglie è come l’erbaccia, duro a essere sradicato. Serpeggia, cova, esplode. Un giorno, pochi istanti prima del matrimonio, Uberto viene assalito da un gruppo di uomini incappucciati: c’è chi ritiene siano Usimbardi, parenti della ragazza, c’è chi sostiene che invece siano i fratelli di Uberto. Lo scaraventano giù da cavallo, lo pugnalano a morte e fuggono.

Bianca ha visto tutto da una finestra del castello. Ha l’orrore negli occhi, il cuore le batte forte nel petto. Fa appena in tempo a correre verso il suo amato promesso sposo per sentirlo spirare fra le sue braccia. Il dolore per lei è immenso, insostenibile. E’ la fine di tutto. La fine di un sogno e la fine anche della sua vita: Bianca impazzirà di dolore e non vorrà mai togliersi l’abito da sposa macchiato del sangue del suo amato, lasciandosi morire di fame, sete e dolore, pochi giorni dopo.

Tornando al castello, così ristrutturato, era pronto per fare il suo “ingresso in società”. Molti furono i personaggi illustri che qui si ritrovarono, tra i quali spiccano i nomi di Umberto e Margherita di Savoia. Alla sua morte, avvenuta nel 1903, John Temple Leader lasciò il castello ed i terreni a Lord Westbury. 

Durante la seconda guerra mondiale, il castello fu utilizzato come campo di prigionia.

Attualmente, il castello viene utilizzato principalmente per ricevimenti nuziali. Nel caso in cui vi capiti di andare ad un ricevimento nuziale al Castello di Vincigliata, evitate di vagare da soli per le stanze: c’è la concreta possibilità di imbattersi in una sposa con l’abito bianco insanguinato e l’aria molto triste: è il fantasma di Bianca, che da molti secoli infesta il castello, incapace di dimenticare il suo grande amore e la sua perdita, per sempre imprigionata in questo luogo. E, da allora, il suo spirito vaga lamentandosi per le sale del castello alla ricerca di pace, proteggendo ogni tipo di amore, soprattutto quelli più difficili. Il suo fantasma si dice che appaia soprattutto nelle calde sere estive.

Gabriella Bazzani
Il Castello di Vincigliata e il fantasma di Bianca degli Usimbardi
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