Firenze era una città militare ai tempi dell’antica Roma, i suoi primi abitanti furono proprio i legionari di Cesare, dunque, come tale, era “protetta” da Marte, il dio della guerra.
Risale al periodo di Augusto quello che doveva essere uno stupendo tempio dedicato a questa divinità, dove Marte era rappresentato a cavallo da una grande statua. Secondo alcune teorie il tempio sorgeva proprio dove poi venne eretto il Battistero di San Giovanni; costruito dai Longobardi che a Firenze imperarono dal VII al IX secolo, e che si erano convertiti al cristianesimo durante il regno di Teodolinda.
La caratteristica forma ottagonale è proprio tipica di questo popolo; lo dimostrano altre costruzioni disseminate in Italia tra cui: il tempietto longobardo di Cividale del Friuli, Santa Maria alle Pertiche a Pavia, la chiesa di San Salvatore a Brescia e molte altre.
Per timore di una qualche reazione del dio Marte, la statua non fu abbattuta per dare spazio al Battistero, bensì spostata vicino a Ponte Vecchio in quello che era ritenuto un punto importante, visto che questo era l’unico ponte esistente della città. Così Marte non avrebbe dovuto soffrire troppo l’evidente “declassamento” subito.
Dunque San Giovanni divenne patrono della città e soppiantò il dio della guerra. Al posto del suo tempio venne costruita questa stupenda struttura, rivestita di marmi e ricca di affreschi e conosciuta per la sua bellezza in tutto il mondo; tanto che anche Dante nell’Inferno ne fa’ menzione attraverso Lotto degli Agli; un suicida fiorentino, al quale Dante mette in bocca una frase che inequivocabilmente fa’ riferimento a questo “cambio della guardia” avvenuto tra la divinità pagana e il santo.
Secondo i fiorentini però Marte non fu proprio contento di questo trasferimento, il suo sdegno si manifestò infatti il primo novembre del 1333, quando una grande alluvione sconvolse Firenze, attribuita dai cittadini al rancore della divinità nei confronti del suo popolo ingrato.
La struttura primitiva del Battistero aveva al centro una grande vasca, anche questa ottagonale che conteneva otto piccole vasche. Sia i battezzati, che i battezzanti, entravano nelle vasche, all’epoca infatti il battesimo si faceva ancora per immersione, durante il sabato Santo e poi anche il sabato dell’Ascensione.
I mosaici ospitati all’interno furono eseguiti da artisti provenienti da Venezia e da Roma, mentre per realizzare i dipinti vennero chiamati dei pittori fiorentini.
Si crede che proprio il tema del Giudizio Universale e del Cristo Giudice ispirarono Dante per il racconto di quel fatidico viaggio immaginario descritto nella Divina Commedia.
Cimabue, Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Masolino, Donatello, Paolo Uccello, Michelangelo, sono alcuni dei nomi di grandi artisti che lavorarono per abbellire questo stupendo monumento.