Parole Massime
Ignavi: Dante Alighieri
“I luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali.”
– Dante Alighieri –
« E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.
Ed elli a me: “Questo misero modo
tengon l’anime triste di coloro
che visser sanza infamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
delli angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé foro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”.
E io: “Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?”.
Rispuose: “Dicerolti molto breve.
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ‘nvidïosi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. »
Dante Alighieri, Inferno III, 31-51
NdR: Oggi come oggi non basterebbe un girone dantesco per contenere tutti gli ignavi.
Su Facebook c’è qualcuna che ha scritto che Dante ha collocato gli ignavi nel luogo più oscuro dell’inferno, ma si dà il caso, che queste anime digraziate, che in vita non hanno mai optato nè per il bene, nè per il male, sono emarginate e dal Paradiso, che non li ha voluti, ma anche dall’inferno. Proprio per questo il poeta, diciamo così, sceglie per esse una geografia neutrale, ai confini fra il luogo di perdizione e quello di beatitudine: l’antinferno, ma il luogo, come sostiene qualcuno, non è quello più oscuro, ma quello più caldo, e se c’è caldo significa che c’è fuoco, che fa luce. Dante nota perfettamente le anime ripugnanti che, per contrappasso contrastivo, rispetto a quanto hanno fatto nella vita, sono stimolati continuamente da vespe, mosconi e vermi – ma la punizione è solo dimostrativa, perché non servirebbe a nulla – che si nutrono del sangue colato dalle anime immonde.
Questa citazione è sbagliata. Dante NON mette gli ignavi nell’Inferno perché non sono degni delle due pene vidi come tantomeno del Paradiso, ma nell’Antinferno o Vestibolo.