Molti fra i più celebri pittori, scultori, orafi e architetti del Medioevo e del Rinascimento, sono comunemente conosciuti con dei “soprannomi” e non con il loro vero nome di famiglia. Le ragioni di questa strana e bizzarra usanza sono molteplici e diverse fra loro e spesso trovano origine in quell’irrefrenabile spirito burlone che caratterizza il popolo toscano.
Questa consuetudine è poco conosciuta dalla maggior parte degli appassionati di arte e a tal proposito elenchiamo qui di seguito i soprannomi di alcuni famosi artisti:
- Piero della Francesca: Piero di Benedetto de’ Franceschi, pittore e matematico di Sansepolcro (1416?-1492), essendo suo padre morto prima della sua nascita venne conosciuto col matronimico invece del patronimico. La madre, Romana da Monterchi, era rinomata infatti come “la Francesca” poiché sposata con i Franceschi.
- Antonio del Pollaiolo: Antonio Benci, pittore, scultore e orafo di Firenze (1433-1498), prende quel soprannome, secondo la tipica consuetudine fiorentina, dal mestiere del padre che faceva il pollivendolo.
- Giorgione: Giorgio da Castelfranco (Veneto), pittore di scuola veneziana (1478-1510), deve quel nome alla sua particolare altezza e all’imponente prestanza fisica.
- Perugino: Pietro di Cristoforo Vannucci, pittore di Città della Pieve (1448-1523), iniziò la sua carriera artistica a Perugia, città che nella seconda metà del Quattrocento visse una particolare e intensa vita artistica.
- Benozzo Gozzoli: Benozzo di Lese di Sandro, pittore di Scandicci (1420?-1497), venne chiamato con il cognome Gozzoli direttamente da Giorgio Vasari nella seconda edizione delle “Vite” nel 1568, senza alcuna apparente giustificazione.
- Rosso Fiorentino: Giovan Battista Jacopo di Gasparre, pittore manierista fiorentino (1495-1540), deve il soprannome di “Rosso” alla sua capigliatura rossiccia, come riportato dal Vasari.
- Franciabigio: Francesco di Cristofano, pittore fiorentino (1482?-1525), deve probabilmente il suo appellativo all’abbreviazione del nome di battesimo (Franci) e al nomignolo del suo primo maestro di oreficeria (il Bigio).
(da “BURLE TOSCANE” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)
I Soprannomi degli Artisti: terza parte.
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