Il fiaccheraio è un antico personaggio fiorentino, ancor oggi esistente, ma non più fascinoso come una volta.
Essere fiaccheraio era uno status, ed il cappellaccio di cencio portato in capo tutto raffazzonato gli dava un’aria caratteristica, una fierezza che oggi non si trova più. Il giorno in cui il Comune firmò un’ordinanza con cui vietava ai fiaccherai di indossare il loro cappello di cencio, per motivi di decoro e di igiene pubblica, ed imponeva loro l’utilizzo di un cappello a cilindro, si perse una tipicità unica.
I fiaccherai, storcendo la bocca, e offendendo le mamme di chi aveva loro imposto tale obbligo, alla fine ubbidirono. Ma lo spirito fiorentino è implacabile, ed i fiaccherai dovevano vendicarsi del sopruso. Tutti quanti, nel rispetto dell’ordinanza, indossarono il cappello a cilindro, così soddisfacendo quanto stabilito in termini di decoro… O almeno, questo era quanto credeva e sperava il Comune!
In realtà i cilindri indossati dai fiaccherai erano quanto di più orrendo si potesse reperire. Volutamente, scientemente, i fiaccherai fiorentini rastrellarono la città in cerca dei cappelli più vecchi, rovinati, fetidi, lisi e per niente decorosi, e “quelli” indossarono, senza che nessuno potesse obiettar loro qualcosa!
Legge fiorentina… dura dalla sera alla mattina..!!!
Quando ero bambina ,i fiaccherai erano numerosi , in molte occasioni di famiglia , con i miei genitori abbiamo chiamato “la carrozza”. Era un diverso modo di vita , le auto erano poche, ci spostava in Tram; tutto più a misura d’uomo. Ora li sento legati a quei tempi lontani.
Adesso quando ne vedo qualcuno andare per la città , provo molta malinconia.