Gualdrada donna di carattere.
Le donne a Firenze nei sei secoli passati sono state trattate dall’uomo come un oggetto, da usare per fini politici e per alleanze nelle varie dispute fra opposte fazioni e null’altro. Ci furono alcuni poeti che elevarono la loro donna innamorata a figure angeliche quasi inarrivabili riscattandole simbolicamente dalla loro misera vita, dedita alla casa, a procreare figli, e nella peggiore delle ipotesi ad essere rinchiuse in monasteri.
Dante Alighieri, ebbe un platonico amore (si dice) verso Beatrice Portinari che conobbe quando ambedue fanciulli si trovarono nella chiesa di Santa Maria de’ Ricci, non si sa se ricambiato, innalzata Bice a musa della sua ispirazione poetica, le regalo l’immortalità inserendola nel Canto del Paradiso della sua opera la “Commedia”.
Anche Francesco Petrarca ebbe un innamoramento per una donna conosciuta durante la permanenza in Francia, Laura de Noves sposata de Sade, morta forse per il morbo della peste nel 1348, e da lui immortalata nel “Canzoniere”.
Mentre Giovanni Boccaccio, si crea la sua donna ideale “Fiammetta”, forse una figlia illegittima di Roberto d’Angiò, amata per tutta la sua vita e mai ricambiato.
Una madonna fiorentina Gualdrada Berti figlia di Bellincione Berti dei Ravignani riscattò le altre donne con il suo carattere e portamento. Giovanni Villani nella sua “Cronica” racconta un episodio in cui venne coinvolta. L’Imperatore Otto IV (Ottone) in visita a Firenze ricevette dei rappresentanti delle famiglie più in vista. Quando fu la volta della presentazione di Bellincione e della figlia (nota oltre che per la sua bellezza anche per la pudicizia e la moralità), l’Imperatore rimase incantato da tale apparizione, e come racconta il Villani, le chiese di “baciarlo” ma Gualdrada con inaspettato coraggio rispose che: “Solamente chi l’avrebbe sposata sarebbe stato autorizzato a baciarla”. A tale fermezza l’Imperatore fu favorevolmente colpito, e non insistette nel suo proposito.
Fra i nobili a seguito dell’Imperatore c’era il conte Guido III Guerra dei Guidi di Poppi in Casentino, figlio di Guido II “bevi sangue”, che si fece avanti chiedendo a Bellincione la mano della figlia. Le nozze furono celebrate in Santa Reparata nel 1280. Ebbe una vita matrimoniale felice e prospera di figli. Alla sua morte venne seppellita nella Cattedrale.
Nel sedicesimo secolo Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I° de’ Medici, in ricordo di tale episodio, volle affrescare le sue stanze con la storia di Gualdrada donna pudica e di carattere, capace di dire no ai desideri di un Imperatore.