Nel primo articolo sul cibo di strada (Street Food) mi sono avventurato su di un tema generale per poi, nel prossimo articolo, presentare alcune delle realtà “fiorentine” particolarmente attive in questo particolare settore della ristorazione alternativa. Prima di presentarlo ho pensato di tornare qualche anno indietro, indicativamente agli anni cinquanta del secolo scorso, e ricordare le grida di antichi venditori ambulanti che promuovevano la loro mercanzia, il loro cibo, nei quartieri generalmente meno ricchi della nostra e delle altre città, usando semplici espressioni dove creatività, ironia e fantasia si mescolavano ad ambigue frasi anche allusive che dovevano essere tradotte a chi non conosceva il gergo. Grida con voce stentorea che fin dalla prima mattina riempivano strade e quartieri, giorno dopo giorno, spesso provocando anche un sorriso!

 

Si era intorno agli anni cinquanta del secolo scorso con le città in piena fase  di ricostruzione, in una situazione di povertà, dove il risparmiare era una necessità soprattutto in quelle zone cittadine più popolari, spesso prive, almeno inizialmente, anche di negozi e botteghe in grado di offrire generi necessari, non solo alimentari.

Ripropongo alcune di queste grida che ancora ricordo, accompagnandole da una sintetica traduzione.

A chi taglio le palle? Era il grido degli ortolani che annunciavano di avere i “cavolfiori” ed erano pronti a vendere la palla intera oppure tagliarla a metà. Il riferimento era al bianchissimo “palla di neve” che andava a maturazione nel periodo Ottobre – Novembre.

Brucia Pistoia! Era il grido di chi vendeva i cocomeri del Pistoiese dalla polpa bella e rossa come il fuoco.

C’è l’ho con la gocciolaaa! Lo gridava il venditore di fichi maturi, appena colti.

Che be’ mi cestoni! Ortolano che vendeva i cesti d’insalata.

Chi ha i’ dente ghiacciolo non s’accosti! Il cocomeraio proponeva fette e/o “ghiacciati” al punto che potevano dare fastidio a chi aveva denti sensibili al freddo.

L’è marmata! Era il grido del venditore di limonata ”ghiacciata” (fredda come il marmo).

Piangete bambini, le mamme ve lo comprano!  Il riferimento era per i duri di menta uno dei dolciumi più amati dai bambini di qualche anno fa, conosciuto in tutta la Toscana. Grida spesso scopiazzato anche dal venditore di gelati.

Ce l’ho coll’olio! Era il grido di chi vendeva la schiacciata appena sfornata. Passava presto la mattina per le strade ed il suo gridare spesso svegliava chi era abituato a fare tardi la notte. Allora, da dietro le persiane, in maniera anonima, si poteva sentir gridare “… E io c’è l’ho colla tu’ mamma che ti fa uscire presto a rompere… le scatole!

La bolle, la bolle! Lo gridava il venditore della polenta di farina dolce, ancora bollente.

Son da guazzo…. Son da guazzo!Venditore di ciliegie che potevano essere messe a guazzo, un modo per indicare le ciliegie od altra frutta messa sotto spirito. Si preparava la frutta in vari periodi dell’anno e si metteva in contenitori di vetro per essere successivamente utilizzata.

Ombrellaio, sprangaio! Donne, riparo ombrelli, catini e conche   Mentre gli attuali ombrelli, ad eccezione di quelli di marca, spesso durano solo per un temporale (costano poco!!), quelli del passato costavano una cifra e se si rompeva qualche stecca, meritava farli aggiustare. Lo stesso valeva per i vasi di coccio (oggi solo di plastica) che “crettati” si potevano recuperare con delle mini listelle di ferro che assomigliavano ai punti di una ferita.

Elastico e cotoni,
aghi, spilli e bottoni
Compro, baratto e vendo!

Il merciaio usava spesso queste strofette così come faceva quello che vendeva prodotti di chincaglieria (oggetti di bigiotteria di basso valore) ed il cenciaiolo.

Orecchini, perle e vezzi, vasta scelta e bassi prezzi.
Gente c’è il cenciaio! Compro cenci, ferro e acciaio,
pelli e ossa, brava gente!
Compro tutto e pago niente!

Alessandro Nelli
Grida dei venditori ambulanti

3 pensieri su “Grida dei venditori ambulanti

  • 26 Maggio 2021 alle 1:07
    Permalink

    “Cenciaio, donneeee, Acqua della valle dell’inferno ( urlato con voce cupa tanto che la mia mamma aveva sempre paura quando lo sentiva), Mangia e bei”. Non ne ricordo altri.

    Rispondi
  • 18 Settembre 2020 alle 22:10
    Permalink

    Complimenti Sig. Nelli, è molto bravo e le sue rubriche rinteressanti!

    Rispondi
    • 19 Settembre 2020 alle 19:17
      Permalink

      La ringrazio molto. Lasci da parte la bravura. Mi piace scegliere notizie curiose sia del passato lontano ed anche vicino.
      Grazie ancora. I complimenti fanno sempre piacere!

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.