Nell’ordinamento politico della Repubblica Fiorentina del tredicesimo secolo, gli alti uffici presenti, erano chiamati “I tre Maggiori” così composti; Gonfaloniere di Giustizia, i Priori delle Arti (con l’apporto di un Notaio), e due Consigli consultivi; i Buonomini e i Gonfalonieri di Compagnia (porta bandiera della Milizia urbana).
Il Gonfaloniere di Giustizia e i Priori (chiamati anche Signori) formavano la “Signoria”. Il suo vestito si distingueva dagli altri Magistrati per il colore cremisi e la bordatura di pelliccia d’ermellino. Con l’avvento degli “Ordinamenti di Giustizia” di Giano della Bella, gli alti uffici vennero modificati con l’aggiunta di qualcuna delle Arti Minori. Furono accentuati i caratteri Guelfi con l’esclusione dei Magnati nobili (Ghibellini), precludendoli l’accesso alle cariche politiche più importanti. I Priori aumentarono di una unità, con un settimo Priore; il Gonfaloniere di Giustizia (vexillifer iustiae), con il compito di eseguire le sentenze emesse dal Podestà (Ufficiale giudiziario principale – straniero), e di essere la guida della Milizia delle Arti i Fanti delle Corporazioni. Il Gonfaloniere di Giustizia era anche il custode della bandiera della città; Croce rossa in campo bianco.
Dopo la cacciata del tiranno Gualtieri di Brienne, vennero incaricati quattro “Grandi” e quattro “Popolani di formare un Consiglio consultivo, chiamati “riformatori”. Il nuovo sistema di elezione dei Priori, riservò un posto certo per i “Grandi”. L’elezione dei dodici Priori venne effettuata uno per Quartiere (nuova suddivisione cittadina, con l’abolizione dei vecchi Sestieri) scelto fra i “Grandi”, anche se poi vennero espulsi nel mese di settembre del 1343.
Venne trovato un nuovo sistema di distribuzione degli incarichi. Gonfaloniere di Giustizia, il Notaio, otto Priori (due per Quartiere), esclusione dei “Grandi” in perpetuo dalle cariche degli uffici, elezioni dei Priori delle Arti Maggiori e delle Minori in numero variabile. I cittadini considerati eleggibili dovevano superare gli scrutini che si svolgevano periodicamente. I candidati dovevano essere iscritti alle Arti e svolgere un lavoro.
Le borse contenenti i nomi degli eleggibili in una cassetta sotto chiave tenuta nella sacrestia della Basilica di Santa Croce. Il giorno della elezione veniva prelevata e portata al Palazzo della Signoria. Era aperta alla presenza del Gonfaloniere di Giustizia, dei Priori, dei collegi e altri ufficiali. Il Notaio della Signoria provvedeva alla “tratta” l’estrazione. I nomi usciti dovevano essere sottoposti a controllo, per convalidare la sua elezione alla carica per essere considerato “seduto”. L’estrazione andava avanti fino al completamento delle sedute.
Cambiarono anche le date di ingresso in ufficio degli eletti; per il Gonfaloniere di Giustizia, il Notaio, e i Priori. Il loro periodo in precedenza durava due mesi, iniziava il giorno quindici del mese successivo, con la nuova regola entravano in carica il primo giorno del mese successivo all’elezione.
Dopo la peste del 1348, la famigerata Morte nera, con la drastica riduzione dei cittadini candidabili, al momento dello scrutinio per il rinnovo delle cariche, vennero prelevate le borse portata al Palazzo della Signoria, e aperte dal Notaio in presenza dei cittadini, e letti ad alta voce i nomi dei candidati per verificare quanti ne fossero viventi. Vennero create tre nuove borse; una con i vecchi nomi dei candidati eleggibili, una con i nomi dei morti, e infine una con i nomi dei viventi.
Durante il Quattrocento la carica di Gonfaloniere, venne affidata alla famiglia Medici e ai loro alleati. Dopo la cacciata di Piero de’ Medici detto il Fatuo figlio del Magnifico, le famiglie non legate a loro, riportarono il governo cittadino al vecchio modello delle Magistrature eleggendo, dopo la cacciata dei Medici del 1527 e l’inizio della gloriosa epopea della Repubblica Fiorentina, Pier Soderini Gonfaloniere a vita. Questa carica politica come le altre cessò definitivamente con la fine della Repubblica e l’inizio del Ducato poi Granducato mediceo.
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