Firenze è conosciuta universalmente come “città gigliata”.
Il simbolo di Firenze, fin dal XI secolo è infatti il giglio, che poi giglio non è.
Si tratta di Iris fiorentina, un fiore apparentemente delicato, ma in realtà forte ed indipendente, in grado di rigenerarsi e tornare a nuova vita, una rappresentazione dello spirito fiorentino, fiero ed inarrestabile.
Lo stemma della città di Firenze era composto da un giglio bianco in campo rosso; dopo la sconfitta dei Ghibellini nel 1251, lo stemma venne ribaltato, il giglio divenne rosso in campo bianco.
L’iris fiorentina non è, contrariamente a quanto molti pensano, quel bel fiore viola che in primavera troviamo un po’ ovunque, e che proviene dalla Dalmazia. L’iris fiorentina è in realtà di colore bianco, di un bianco così intenso, quando è in piena fioritura, che al suo interno ha una punta di azzurro, come quei ghiacciai che vediamo sulle Alpi e che sembrano quasi azzurri o violacei.
L’iris fiorentina è color ghiaccio, per questo venne in tempi antichi chiamata ghiacciolo e poi, per corruzione, giaggiolo, perchè a Firenze si sa che i nomi vanno sempre “aggiustati”. Il giglio è simbolo di purezza, ed è per questo il fiore simbolo della Madonna, e a Firenze il culto mariano è sempre stato importante.
Il nostro giaggiolo è un fiore di grande eleganza, tanto da essere stato riprodotto in tele da pittori del calibro di Van Gogh e Claude Monet.
Nel Duecento, sulla prima emissione del fiorino, venne rappresentato il giglio; lo scudo sorretto dalla zampa del leone raffigura un giglio (il nostro amatissimo Marzocco).
Nell’Ottocento, il governo napoleonico tentò di sostituire il nostro giglio con un iris viola su un prato verde a sfondo argentato, con una banda rossa con tre api dorate: un terribile accrocchio pacchiano, che raccolse il dissenso di tutta la città e la legge non venne mai applicata.