Dopo le orde ostrogote Firenze non ha certo avuto periodi di tranquillità, la sua posizione geografica, la navigabilità dell’Arno, il ponte costruito per attraversarlo hanno reso Firenze sempre più appetibile nella discesa barbara dalle lande padane verso Roma. Firenze è conscia di questo. Nonostante occupati dai Goti cominciarono nel 541 ad allestire nuove mura. I lavori si protrassero fino al 544 e inclusero altre costruzioni romane come il teatro, il Campidoglio, serbatoi per l’acqua, ecc.
Si prospettava però un periodo buio per Firenze. Secondo l’accezione moderna della divisione storica siamo nel Medioevo per la precisione nell’Alto Medioevo.
Nel 537 i Goti di Vitige occupano ancora stabilmente Firenze, ma ancora per poco infatti il bizantino Belisario si avvicina e Vitige per non scontrarsi direttamente si allontana da Firenze con 150.000 uomini, conscio anche del fatto che i fiorentini non lo vedevano di buon occhio. Belisario prese possesso di Firenze che governata da Cipriano e Giustino fecero rendere conto ai fiorentini di essere cascati dalla padella alla brace. L’arroganza del governo bizantino si sommava alle richieste di tasse davvero esose, non solo, venivano pretese tasse arretrate già pagate ai Goti. La stabilità fiorentina fu incrinata pesantemente anche dal mancato riconoscimento di cariche pubbliche e proprietà terriere. Giustino nel 541 comincia la costruzione della Firenze bizantina a cominciare dalle mura. Nel frattempo capitola anche Fiesole ai Bizantini.
Contemporaneamente i Goti continuavano le loro scorribande barbare, Totila saccheggia e distrugge parte di Firenze fino ad uno scontro nel Mugello nel 552 che restituisce Firenze ai Goti, ma solo per 2 anni. Narsete sostituisce Belisario e nel 554 riprende il controllo di Firenze sconfiggendo i Goti, aiutato anche da un’epidemia che decimò i Goti stessi.
Il territorio soggetto a continui scontri, carestie ed epidemie è decisamente sofferente. Alla fine del secolo il buio per la città di Firenze era diventato tenebra, la città si era spopolata, esclusa dalle rotte commerciali, non più area di passaggio fra nord e sud; in Toscana fu preferita la più sicura Lucca.
Nel 570 nonostante l’arrivo di Alboino e dei Longobardi Firenze fu mantenuta al di fuori delle principali rotte tanto da svilupparsi appunto la Via Francigena che da Lucca scendeva direttamente a Siena. Firenze arrivò ad avere meno di 1000 abitanti.
La presenza longobarda fu assai più devastante di tutte quelle barbare e bizantine precedenti tanto da mantenere nell’oscurità la città sino all’inizio dell’800.
I longobardi dominarono distruggendo il diritto romano che fu sostituito dall’affermazione delle loro usanze tribali tanto da far vivere l’intero territorio nell’anarchia e nel caos. Il tutto aiutato e coadiuvato dal fatto che la tradizione lombarda era di mantenere orale la legge e il diritto.
Non indifferente anche il contributo delle epidemie che segnavano la vita e la morte della città, imponenti nel 570 quella di vaiolo e nel 571 quella di peste bubbonica.
La situazione degenerò talmente che nel 577 i longobardi decisero di riassegnare le terre conquistate ai locali, mantenendo una proprietà longobarda pari al 33%. La decisione non fu per magnanimità, ma per fame in quanto nessuno coltivava più niente e gli stessi longobardi rischiavano di non avere sufficienti derrate alimentari per il loro mantenimento.
Questa apertura assieme ai finanziamenti derivati da Gregorio I e all’autorizzazione ai vescovi di Firenze e Fiesole di raccogliere fondi per la ricostruzione della “chiesa” restituì un minimo impulso alla città sia in termini di costruzione che di arte. Nel 610 si stava sviluppando una compenetrazione fra le genti anche grazie alla fusione delle lingue e all’apprezzamento da parte dei longobardi alla vita agiata che poteva offrire una collaborazione romana, infatti non ultima di importanza fu la conversione della regina Teodolinda alla chiesa di Roma.
Diverse sono le costruzioni che prendono vita in questo periodo, dal Battistero ad Orsanmichele poi trasformata in mercato nel 1290, oltre a numerose chiese poi distrutte o inglobate in altri edifici, come S. Andrea in Arco poi distrutta o San Maria di Ferlaupe oggi inglobata negli Uffizi.
La dominazione longobarda si protrasse sino al 650.
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