La distribuzione dell’acqua a Firenze si è basata, in passato come ancora oggi, sui depositi dell’Anconella. Una differenza, oggi l’Anconella gestisce l’intera rete, qualche annetto fa l’energia necessaria alla distribuzione dell’acqua si aveva sfruttando l’energia dell’Arno, prima con i mulini, poi con macchine progressivamente più potenti e moderne.
Il concetto mulino fu il primo applicato anche presso La Fabbrica dell’Acqua, cioè sfruttare l’energia dell’Arno per creare la spinta necessaria ad inoltrare il prezioso liquido verso il trattamento e il deposito e poi verso tutta la rete idrica di tutta Firenze.
La Fabbrica dell’Acqua erano tre grandi capannoni siti di fronte al torino San Niccolò sulla sponda dell’Arno, più o meno all’altezza della pescaia dove adesso c’è una zona di aggregazione per giovani fiorentini. I capannoni, piuttosto voluminosi e decisamente non belli si caratterizzavano per il classico tetto a volta in puro stile “fabbrica” e per un aspetto che decisamente contrastava con la classica Firenze. I capannoni sono antecedenti alla costruzione della Caserma dei Carabinieri Antonio Baldissera in piazza Piave, infatti se osservate la fotografia l’area è ancora vuota. All’interno di questi caratteristici capannoni erano presenti le pompe che azionate dalla forza dell’acqua dell’Arno spingevano l’acqua dei depositi dell’Anconella nei tubi fiorentini. In un secondo momento i mulini furono sostituiti da macchine a vapore e la fotografia mostrata è probabilmente di quel periodo in quanto è presente una lunga ciminiera per i fumi, poi in seguito i motori sono diventati motori diesel.
Questi enormi e brutti capannoni furono abbattuti nel 1959 in quanto ormai inutilizzati e tutti gli impianti furono spostati all’Anconella.