La festa della Toscana è una festa di recente introduzione, approvata nel 2000 dal Consiglio Regionale della Toscana e celebrata il 30 novembre per essere un omaggio ai valori quali la Libertà (che dovrebbe essere scritta maiuscola), la giustizia e la pace. E’ stata scelta questa data non a caso ma perchè il 30 novembre del 1786 fu sancita la riforma penale da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana, il cosiddetto Codice Leopoldino.
Questa riforma ha reso la Toscana il primo Stato in tutto il mondo ad abolire la pena di morte, ma non solo, si rifiutava anche la tortura e la mutilazione come pena. Una riforma di un’innovazione unica in quanto innescò un cambiamento “morale” della società non solo toscana ma in termini espansionistici in tutto il mondo.
Si deve ricordare che questa riforma è stata conseguenza della fermezza dell’illuminista Cesare Beccaria dai cui scritti trae ispirazione, ricordiamo “Dei delitti e delle pene”, pubblicato a Livorno nel 1764.
Vi riporto un estratto della Legge Leopoldina:
“Abbiamo veduto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anche non gravi, ed avendo considerato che l’oggetto della Pena deve essere la soddisfazione al privato, ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Società e dello Stato, della di cui emenda non può mai disperarsi, la sicurezza nei Rei dei più gravi ed atroci Delitti che non restino in libertà di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio; che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti ai quali questa unicamente è diretta, è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo …avendo altresì considerato, che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza, e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo… “
Si deve però ricordare che questo editto ebbe vita breve, infatti a soli 4 anni dall’emanazione la pena capitale fu reintrodotta e applicata per i “ribelli” e i “sollevatori”, cioè eversioni contro lo Stato. Attenzione, non assassini e stupratori d’infanti, ma chi criticava lo Stato. Fu nuovamente e integralmente abolita il 30 aprile del 1859 alla vigilia dell’unione nel nuovo Stato italiano.
Altra cosa da annoverare al Codice Leopoldino fu la chiusura di quasi tutte le Compagnie presenti allora, a Firenze si salvarono solo l’Arciconfraternita della Misericordia e l’Arciconfraternita della Dottrina Cristiana.