Un tempo l’antica pratica della mungitura veniva effettuata manualmente. L’allevatore si sedeva su uno sgabello al fianco della mucca, posizionava il secchio in mezzo alle ginocchia e, armato di grande pazienza, iniziava l’operazione che richiedeva molto tempo e terminava solo quando il livello del latte nel secchio gli arrivava “all’altezza delle ginocchia”.
L’azione del mungitore si ripeteva con calma, secchio dopo secchio, mucca dopo mucca, e certamente determinava in lui un grande affaticamento alla fine del lavoro. Questo modo di dire sarebbe nato proprio per questo motivo. “Far venire il latte alle ginocchia” indica dunque una situazione nella quale una cosa o una persona è terribilmente noiosa, stancante o insopportabile oltre misura.
(da “ADAGI MA NON TROPPO” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)
Aggiungerei un’altra versione un po’ piu’ licenziosa e popolare.
Far venire il latte alle gionocchia indica che per la noia il seno delle donne cadeva in basso fino alle ginocchia.