Eleonora Duse (1842/1900) è stata una grandissima attrice teatrale, conosciuta con l’appellativo di “Divina”, fu definita dai critici del suo tempo “la più grande attrice del mondo”.

D’Annunzio, nel 1892 cominciò con lei una relazione, dapprima epistolare, poi due anni dopo quando i due si incontrarono nacque quella amorosa.  D’Annunzio, in quello che è definito il “periodo fiorentino”, che va dal 1894 al 1904,  si trasferì a Firenze per stare vicino alla sua amante. Si stabilì nella zona di Settignano, dove affittò  Villa Capponcina, così chiamata perché prendeva nome dalla famiglia Capponi precedente proprietaria.

L’abitazione era molto vicina a Villa La Porziuncola, dove invece dimorava l’attrice. I due vivevano qui il loro travagliato amore fatto di incontri fugaci.

Nel suo soggiorno fiorentino, D’Annunzio conobbe anche un nobile di San Casciano in Val di Pesa e nella zona frequentò, per un breve periodo, il Fedino una nota villa del luogo. Fu proprio in questo periodo che D’Annunzio sviluppò una drammaturgia del tutto innovativa rispetto ai suoi canoni, riscontrabile in opere come “l’Alcyone” e le “Laudi”, in cui spesso il punto di riferimento è proprio la Duse.

Firenze volle celebrare questo drammatico e conflittuale amore tra i due, dando il loro nome a due vie nel quartiere di Coverciano, nato proprio sotto le due ville. Le due importanti vie di scorrimento, si intersecano tra loro, per poi seguire ognuna il loro itinerario senza più incontrarsi, come si trattasse di una triste celebrazione del loro impossibile amore. Fu proprio la Duse tra i due che ne soffrì maggiormente.

La loro travagliata storia d’amore cominciò dopo un incontro a Venezia, il Vate le aveva scritto una dedica sulle sue “Elegie Romane”, lei dunque volle incontrarlo.  Ne “il Fuoco” di D’Annunzio, il poeta racconta proprio della loro relazione.

Nel frattempo la Duse porterà sul palcoscenico alcuni testi teatrali del Vate, tra cui “Sogno di un mattino di primavera”, “La Gioconda”, “Francesca da Rimini”, “La città morta” e “La figlia di Iorio”. Spesso finanziando lei le produzioni. Il Vate per compensarla si servì di lei, sia della sua fama, che della sua bellezza, ma anche e soprattutto per pagare i suoi creditori. Sempre per ricompensarla, la tradì sia in campo lavorativo, che sentimentale. Uno degli ultimi colpi alla schiena alla Duse, fu quello di far rappresentare “La ville morte” nel 1896 dall’attrice Sarah Bernhardt…

Tra liti, rotture, riappacificazioni, la loro storia d’amore durò circa 10 anni, in cui mai venne meno nonostante i continui tradimenti di lui, la loro reciproca ispirazione artistica e ammirazione.

Nel Vittoriale dove D’Annunzio si rifugiò dopo il fallimento dell’Impresa fiumana, vi è ancora esposto il busto della Duse che veniva coperto e scoperto con un velo dal Vate, a seconda dei suoi stati d’umore e conflitti interiori. Icona della Divina, che serviva allo stesso come fonte d’ispirazione.

La sfortunata Duse morì durante una tournée a Pittsburgh in America di polmonite. Nel 1907 D’Annunzio nei suoi taccuini scrisse: “Nessuna donna mi ha mai amato come Eleonora né prima né dopo. Questa è la verità lacerata dal rimorso e addolcita dal rimpianto.”

Villa Capponcina è in Via Capponcina 32 a Settignano a Firenze, Villa la Porziuncola è poco distante, sempre in via Capponcina al 75.

Riccardo Massaro
Eleonora Duse, Gabriele D’Annunzio e Firenze
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