Halloween in Italia, ed in particolare in Toscana, ha origini lontane, un’antica tradizione che si perde nei meandri del tempo.
La notte del 31 ottobre, secondo la tradizione, è il momento in cui le anime dei morti tornano sulla terra. Da sempre abbiamo festeggiato questa antica leggenda con rituali e feste popolari. Riti di accoglienza delle anime, dolciumi dai nomi inquietanti, come le ossa di morto, e l’utilizzo di zucche intagliate proprio come le decoriamo noi oggi: ecco cosa significava il 31 ottobre nella nostra penisola.
L’11 novembre, il giorno di San Martino, finiva l’annata agraria e festeggiando Halloween si ricordava anche questo evento: da quel momento in poi, contavano solo i semi che riposavano sotto la terra dei campi arati. In particolare la zucca, simbolo di Halloween, è da secoli ben presente nella cultura contadina della Toscana.
Infatti, se ancora oggi questo prelibato ortaggio viene utilizzato nella gastronomia toscana, fino a pochi decenni fa esisteva anche la tradizione di intagliarne alcune per creare delle facce grottesche mediante il cosiddetto gioco dello “Zozzo” o della “Morte Secca”.
Nel periodo compreso tra agosto e ottobre (più frequentemente d’estate) si svuotava una zucca, le si intagliavano delle aperture a forma di occhi, naso e bocca; all’interno della zucca si metteva poi una candela accesa.
La zucca veniva poi posta fuori casa, nell’orto, in giardino ma più spesso su un muretto, dopo il tramonto e per simulare un vestito le si applicavano degli stracci o addirittura un abito vero e proprio.
In questo modo avrebbe avuto le sembianze di un mostro provocando un gran spavento nella vittima dello scherzo, in genere uno dei bambini, mandato fuori casa con la scusa di andare a prendere qualcosa.
Questo inquietante personaggio veniva popolarmente soprannominato “Zozzo” oppure “Morte Secca”, una sorta di Jack-o’-lantern toscana.
Nonostante le sue raccapriccianti sembianze, questo fantoccio possedeva una funzione positiva e bene augurante: serviva ad allontanare le paure, a divertire i bambini che di notte lo portavano in giro cantando filastrocche e canzoncine recitate per tenere lontani malefici e spiriti maligni; un esempio ce lo racconta Luigi Pruneti nel libro “A volte s’incontrano”: “Morte Secca rimbombona, ha impegnato anche la corona!”
Probabilmente questo gioco ebbe origine nel Medioevo quando, essendo vigente la pena di morte, c’era la macabra usanza di esporre le teste decapitate dei condannati alle porte della città, come monito alla popolazione.
I ragazzi, forse per esorcizzare la paura della morte, iniziarono ad intagliare le zucche e a portarle in processione, ripetendo la canzoncina sopra citata.
Ne siete rimasti sorpresi? Ebbene, adesso sapete anche voi che la Toscana vanta tua suo personalissimo, antico Halloween, frutto della sfrenata fantasia dei suoi più umili abitanti e, probabilmente, antesignano del tanto acclamato odierno Halloween.

Gabriella Bazzani
E se Halloween fosse nato a Firenze?
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