Dietro le quinte: Prologo
Dietro le quinte: Toscana
Dietro le quinte: Un tè con Mussolini, prima parte
Dietro le quinte: Un tè con Mussolini, seconda parte
Dietro le quinte: Un tè con Mussolini, terza parte
Dietro le quinte: Museo
Toscana di Franco Zeffirelli
Una sincera premessa mi porta a dire che il seguire le riprese è’ stata l’esperienza più bella ed importante della mia vita sia professionalmente che umanamente, una fortuna che può capitare a pochi.
E’ il 1991 e la Regione Toscana di cui ero dipendente nel dipartimento del Turismo ha appena deliberato di avviare la produzione di un cortometraggio che esalti alcune delle peculiarità del territorio regionale, promuovendo le sue bellezze ed opportunità turistiche non solo in Italia ma anche e soprattutto, all’estero.
L’idea è quella di affidare la produzione di questo cortometraggio ad un regista che per formazione e cultura sia un figlio della Toscana. Una indubbia corrispondenza con Franco Zeffirelli che dichiarando la sua disponibilità, accetta di produrre un cortometraggio che, in una prima fase sarà finalizzato a far risaltare le peculiarità del territorio relativamente a Città d’ Arte, Mare, Campagna. Poi, a seguire, un secondo cortometraggio su Terme, Montagna, Folclore, dovrebbe essere successivamente realizzato per rendere completa l’opera.
Non appena la notizia ha cominciato a circolare negli uffici, mi sono precipitato da Paolo Bongini, dirigente responsabile, anima di questa proposta, chiedendo la possibilità di essere presente almeno una volta sul set con la mia macchina fotografica. Paolo, invece, mi affida il compito di seguire l’intera produzione per eliminare o comunque risolvere eventuali problemi “territoriali” che si dovessero presentare.
Chiaramente accetto! Ma, ipotizzando una possibile mostra a chiusura delle riprese, chiedo di poter aggregare alla troupe, in maniera del tutto autonoma, due/tre amici fotografi “dilettanti” per dare vita ad uno stage che si preannunciava, come poi risulterà, professionalmente e culturalmente esaltante. Alla prima occasione formulammo la richiesta al Maestro Zeffirelli che accettò a condizione che queste presenze fossero del tutto invisibili e non intralciassero in qualche modo il lavoro della troupe. Il materiale fotografico utilizzato mi fu regalato dalla Agfa in cambio di alcune foto di “scena” da inserire nel loro house-organ. Un regalo che venne offerto anche perché qualche mese prima avevo vinto un concorso nazionale fotografico organizzato dalla Agfa stessa.
Prima delle riprese, emozionatissimo, con Paolo Bongini, andammo a Roma da Zeffirelli per concordare insieme almeno una traccia di un possibile percorso anche per anticipare la presenza della troupe sul territorio. Una casa grandissima, molto bella, ricca di ricordi. Su di un tavolo dalle dimensioni “inusuali” qualche centinaio di foto incorniciate dettero immediatamente la dimensione di internazionalità del regista. Re, Regine, Presidenti, Attori, Attrici, praticamente il mondo! L’incontro e la presentazione avvennero in biblioteca dove una gigantesca libreria si mostrava stracolma di libri soprattutto della Toscana. Dopo l’espletamento delle varie modalità burocratiche ed una ipotesi di percorso, valutabile mattina dopo mattina a seconda del tempo, invitati, rimanemmo a pranzo. Un menù semplice e buonissimo, una conversazione brillante e piacevole, fuori dagli schemi Il ritorno a Firenze fu un lungo scambio di sensazioni, positive.
A giugno l’inizio delle riprese. La mattina di ogni giorno, con orario variabile, a seconda della destinazione, l’appuntamento era presso l’hotel Roma di piazza Santa Maria Novella, dove la troupe pernottava. La destinazione era indicata dal Maestro. La sera, ritorno in albergo, salvo il giorno dedicato a Poppi e Camaldoli, con pernottamento a Poppi. Negli spostamenti la carovana vedeva in testa il Van del Maestro, a seguire il mezzo dei macchinisti, il mezzo del sottoscritto e, a chiudere, la macchina con i fotografi. Nelle riprese fiorentine solo il van e la “mia” macchina, pronto per ogni evenienza.
Le riprese si conclusero alla fine di giugno, con oltre 8.000 metri di girato in pellicola da 35 mm. e circa 4.000 foto scattate dai “miei” fotografi. Prima di passare a qualche aneddoto, mi sembra giusto ricordare che gli invisibili si comportarono da tali e la foto di uno di loro, Stefano Lupi, fu scelta da Zeffirelli come suo biglietto di auguri per il Natale.
Il primo dei miei ricordi si riferisce alle riprese al Battistero Di Firenze. I macchinisti avevano preparato la rotaia per la carrellata che il Maestro voleva fosse effettuata in perfetta sintonia con l’apertura della Porta del Paradiso per terminare con il mosaico del Cristo Pantocratore che ricopre la cupola. Non contento del sole che a verso mezzogiorno dava dei riflessi particolari, fece alzare un velario nero per coprire i raggi e con l’acqua di uno spruzzino per fiori ed una granata, in prima persona, rese “brillanti” le “copie” delle formelle interessate alla carrellata. Prima del ciak la prova per calcolare i tempi, con il sottoscritto ed uno dei macchinisti ad aprire i battenti. Alla prova seguirono altri due tentativi prima di chiudere le riprese. Posso assicurare sulla faticaccia e sulla pesantezza delle porte. Il risultato? Magnifico per inquadratura e risultato cromatico!
Altro giorno, a Pistoia all’Ospedale del Ceppo per le riprese dei tondi in terracotta dipinta a colori vivaci e invetriata, inseriti nei pennacchi degli archi della facciata, opera di Giovanni della Robbia. Al termine, mentre i macchinisti riponevano il tutto, breve giro del Maestro tra i banchi del mercato vicino. Riconosciuto, un bagno di folla. Poi, vista l’ora del pranzo, fidandosi del sottoscritto, mi chiese dove poter mangiare. Avendo ipotizzato il tutto (del resto era il mio compito), confermai la prenotazione già fatta e andammo a pranzo in Torbecchia da Bischio, che allora era un negozio di alimentari con qualche tavoli interno e nel giardino. Maccheroni fatti in casa e pollo fritto le specialità, menù che nonostante la semplicità, fu apprezzato da tutti i commensali. Cordialissimi ed affettuosi i saluti del Maestro ai titolari e, a seguire, il rientro a Firenze a metà del pomeriggio.
Particolarissima la giornata a Lucca con destinazione Cattedrale di San Martino per le riprese al sarcofago di Ilaria del Carretto, capolavoro di Jacopo della Quercia. Visto che il sarcofago era leggermente in ombra, nonostante le preoccupazioni del sacrestano e del parroco, insieme al Maestro, spostammo tutte le candele a fiamma viva presenti nei vari punti della cattedrale, intorno al sarcofago. La preoccupazione del sacrestano, si manifestò con una frase che ricordo ancora: “ma non è una santa”! Terminato comunque il posizionamento delle candele, Zeffirelli, finalmente soddisfatto, fece battere il ciak. A conclusione, tutti a riportare le candele dove le avevamo prese con un grande sospiro di sollievo del sacrestano e del parroco. Il risultato? Stupendo per inquadratura e per l’ atmosfera di surreale misticismo che il Maestro aveva ipotizzato e ricreato.
Altra giornata particolare fu quella che prevedeva le riprese della cava di marmo di Carrara da cui si ipotizzava fosse stato “tolto” il blocco di marmo utilizzato da Michelangelo per scolpire il suo Davide, conservata alla Galleria dell’Accademia. Immagini che dovevano essere utilizzate a chiusura del cortometraggio. Ricevuta da Cinecittà la particolare attrezzatura da montare sull’elicottero per rendere fluida ed omogenea la ripresa, il mezzo si alzò in volo. Dopo circa un paio d’ore, al ritorno, vedemmo scendere il Maestro che dava segni di una inquietudine particolare (eufemismo). Piano piano riuscì a ritrovare il suo equilibrio e, confermata anche dall’operatore che ci aveva raggiunto, fu chiarito quanto era successo. Per migliorare le riprese, quasi ad evitare lo zoom, il pilota si era avvicinato di lato al blocco di marmo tanto da sfiorarlo, con le pale del rotore, a meno di un metro. Una situazione che aveva fatto impaurire ed inquietare il Maestro, nonostante la tranquillità con cui il pilota, aveva fatto la manovra. Il pilota, appena sceso, si scusò motivando la manovra ed il Maestro, finalmente tranquillo, si complimentò e preso sottobraccio, gli offrì un aperitivo al bar vicino.
Un paio di mesi dopo Zeffirelli ci convocò a Roma per vedere la bozza del montaggio. Appuntamento a Cinecittà in una delle salette da proiezione, presente anche il maestro Vlad autore delle musiche che accompagnano i 12 minuti del cortometraggio e l’autore del montaggio.
Il risultato fu ed è uno splendido cortometraggio che, a cura della Regione Toscana, è stato distribuito in più copie agli istituti di cultura italiana ed alle comunità dei toscani nel mondo e visibile sugli aerei della Compagnia di Bandiera.
Nel 1998 il contratto di esclusiva distribuzione che legava il regista alla Regione Toscana non fu rinnovato e le immagini girate sono quindi tornate di proprietà del Maestro Zeffirelli.