Quando Jacopo Cioni ha saputo delle mie collaborazioni con il Maestro Zeffirelli, mi ha invitato a scrivere aneddoti o riferire situazioni particolari sconosciute ai più e tipiche, appunto, del dietro le quinte. I testi saranno improntati solo a presentare alcuni aspetti del “retroscena” senza seguire riferimenti geografici (Toscana) e facendo solo i nomi che per motivi di privacy, senza averne la liberatoria, avrò la possibilità di fare (Tè con Mussolini e Fondazione).
Il “Dietro le Quinte” degli articoli che consegnerò successivamente saranno riferiti al documentario “Toscana” del 1991, al film “Un tè con Mussolini” del 1997 ed alla realizzazione della Fondazione Franco Zeffirelli – Centro delle Arti dello Spettacolo, di cui fanno parte il Museo Zeffirelli, l’Archivio, la Biblioteca delle Arti e dello Spettacolo e il polo didattico per la formazione. (2017). Tre particolari momenti che hanno rappresentato, a livello personale e professionale, irripetibili situazioni con cui ho avuto la fortuna ed il piacere di trovarmi coinvolto. E, per questo, non posso che ringraziare coloro che negli anni del lavoro “mi hanno capito” e, nei limiti delle possibili opportunità mi hanno lasciato correre. Nel privato e nel pubblico, dovessi tornare indietro, rifarei esattamente le stesse cose perchè non credo sia facile “divertirsi” nel fare il proprio lavoro. Sono stato fortunato!
Per coloro che pur conoscendo l’espressione Dietro le Quinte non hanno riferimenti “teatrali”, posso spiegare che le quinte sono l’elemento che delimita lateralmente lo spazio scenico come nel disegno che segue:
E’ il luogo dove opera un numero variabile di “grandi” professionisti, di personaggi invivibili senza i quali ogni spettacolo non potrebbe avere luogo. E’ un mondo tutto particolare che lo spettatore non vede, ma che è fondamentale per la riuscita dello spettacolo in generale e teatrale in particolare. E’ un mondo importante ma nascosto e questa espressione serve ad indicare anche, a seconda del contesto, “i retroscena segreti” di qualcosa, senza però essere al centro dell’attenzione, sotto i riflettori.
Il Dietro le Quinte è un termine che viene usato retoricamente anche per indicare gli eventi legati alla produzione di uno spettacolo o di un evento e che non sono visibili direttamente al pubblico. Nel cinema indica tutto ciò che sta dietro il set, così come nei concerti, nelle sfilate di moda e perché no, anche negli eventi che possano aver caratterizzato la vita di ciascuno di noi come, ad esempio, il matrimonio con il wedding planner, invisibile organizzatore. Una espressione che, nei miei successivi testi, indicherà gli antefatti che hanno portato allo svolgersi di quella vicenda rivelando piccoli aneddoti legati a situazioni generalmente non conosciute.
Il Dietro le Quinte mi ha affascinato praticamente da sempre, da quando seguivo mio padre che assisteva alle prove delle sue commedie, dei suoi spettacoli. Il mio Dietro le Quinte è stato fin da subito sinonimo di organizzazione. Ho iniziato, da dipendente di una casa editrice fiorentina, a collaborare con chi organizzava i vari eventi, la partecipazione alle mostre, alle Fiere del Libro. Il passaggio importante, poi, con l’arrivo in Regione, in un ufficio, il Provveditorato, che negli anni ’80 aveva nelle sue competenze anche l’organizzazione di mostre, convegni a livello nazionale ed internazionale. La fortuna? Quella di avere un dirigente con il quale condividevo anche il suo hobby, la produzione di documentari a livello semiprofessionale (16 mm).
Nello stesso periodo, a titolo puramente volontario, come socio ho curato e gestito le produzioni del teatro (250 posti) di una polisportiva fiorentina. Radio e televisioni private hanno fatto il resto aiutandomi anche a conseguire la tessera dell’Ordine dei Giornalisti. Sono di quel periodo l’organizzazione di due campagne regionali contro la Droga ed a favore dello Sport da allestire nelle piazze della Toscana e la realizzazione di due filmati sull’AIDS e sul Diabete Infantile premiati a livello internazionale. E, forse non sarò credibile, sono stato anche docente di un corso per wedding planner dopo aver organizzato qualche matrimonio per le mie colleghe!
I tre Dietro le Quinte, credo possano rappresentare quanto scritto. Nel primo caso, relativo alla produzione del cortometraggio Toscana, la scelta è stata fatta da un mio dirigente mentre la partecipazione alla realizzazione del film “Il tè di Mussolini” me la sono guadagnata sul campo. Il terzo (Museo) è invece frutto della curiosità che mi ha portato a consigliare la disponibilità di una struttura, dopo averne seguito, per curiosità, la storia sui giornali cittadini.
E, se ne avrete voglia, il resto lo potrete leggere nei prossimi Dietro le Quinte.
Dietro le quinte: Prologo
Dietro le quinte: Toscana
Dietro le quinte: Un tè con Mussolini, prima parte
Dietro le quinte: Un tè con Mussolini, seconda parte
Dietro le quinte: Un tè con Mussolini, terza parte
Dietro le quinte: Museo
Grazie del messaggio e buona giornata del due giugno da Firenze Maria Antonietta Saccia