La terracotta non fu il primo amore di Luca Della Robbia. Vantava infatti collaborazioni come sculture con il Ghiberti e Donatello quando decise di dedicarsi a lavorare la terracotta, inventando un nuovo modo per dare alle opere una invetriatura fatta con misture segrete di sua ideazione. I suoi primi lavori furono nel 1441 il Tabernacolo del Sacramento in S. Maria Nuova e nel 1442 la Resurrezione di Cristo in S. Maria del Fiore.

Luca e i suoi familiari, per oltre cinque anni, realizzarono capolavori di terracotta invetriata. Quello che non si sa, è dove modellassero e cuocessero le loro opere in quel periodo, dato che solo più tardi acquistarono la loro casa-bottega in Via Guelfa. Dovevano avere una bottega con fornace per lavorare… sì, ma dove?

Il luogo non è mai stato localizzato, ma facilmente si ipotizza che, possedendo il padre di Luca case e poderi in località Baroncelli e Osteria Nuova, sopra Bagno a Ripoli, proprio lì dovesse trovarsi la fornace. La presenza di zona del Rio Maggiore, avvalora l’ipotesi: infatti per la sua bottega aveva bisogno di un buon rifornimento di acqua e di legname per la cottura della terracotta, ed infatti in zona si trovano boschi da cui potersi approvvigionare.

Per realizzare l’impasto di argilla necessario alla realizzazione dei manufatti in terracotta, era fondamentale raccogliere l’argilla dai depositi fluviali. Con vari procedimenti questa veniva lavorata fino a renderla malleabile e pronta per l’esecuzione delle opere.

Uno scultore del Quattrocento, certamente non famoso come Luca della Robbia, era molto incuriosito dalla mescola inventata da quest’ultimo e attraversò l’Arno per andarlo a trovare nel suo laboratorio posto sul poggetto di Quarto, fra Rimaggio e Bagno a Ripoli, e stupisce alle opere di quell’artista che trova intento a modellar creta e dipingervi sopra con una vernice brillante, ora bianca come neve, ora azzurra como cielo. Vede nel vasto stanzone uomini affaccendati intorno ad una fornace crepitante”.

Un papabile laboratorio dei Della Robbia si potrebbe trovare a Rimaggio, in quella che adesso è un’abitazione privata, e dove, dopo i Della Robbia, qualcuno impiantò una fornace di bicchieri di vetro.

L’unica opera robbiana rimasta nella zona di Bagno a Ripoli è la Madonna della seggiola, che si trova nel tabernacolo della Martellina, situato proprio vicino la fornace di Rimaggio.

E’ un’opera incompiuta, che avvalorerebbe l’ipotesi si possa trattare di una delle prime opere realizzate nella bottega dei Della Robbia.

Gabriella Bazzani
Della Robbia e il mistero della prima fornace “nascosta” a Bagno a Ripoli.

3 pensieri su “Della Robbia e il mistero della prima fornace “nascosta” a Bagno a Ripoli.

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  • 10 Maggio 2021 alle 0:36
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    La citazione in corsivo è mancante dell’eventuale fonte bibliografica o archivistica: mi potrebbe gentilmente, se non è disturbo, indicare la fonte.
    La ringrazio della cortesia

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    • 10 Maggio 2021 alle 8:49
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      Buongiorno, purtroppo non sono in grado di citare fonti archivistiche, ho solo trovato questa citazione senza riferimenti a chi l’abbia effettivamente scritta. Lo scultore cui si fa riferimento è tal Pierone Verile, con studio in Rovezzano. Non ho altri riferimenti da poterle offrire, mi spiace

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