È lo stesso Sommo Poeta che ci indica il suo domicilio ponendolo in un’area tra la chiesa di San Martino, la Badia Fiorentina e la chiesa di Santa Margherita de’ Cerchi, luoghi per altro ancora oggi esistenti e visitabili. Non è però certo che la casa museo di Dante sia veramente quella dove realmente visse il poeta.

La casa museo è una costruzione che ingloba una serie di case medievali tra cui la vecchia torre della famiglia dei Giuochi. La Torre citata da Dante come vicina alla sua casa sarebbe in realtà la casa torre della Castagna.

La Divina Commedia, cosi definita pare dallo stesso Boccaccio, fu scritta in italiano volgare da Dante e per questo deriso dai colleghi dell’epoca che per prenderlo in giro lo apostrofarono come “Cruscone”, termine denigratorio  con un significato che va da “contadino” a “giocoso”, un termine che lascia ad intendere si tratti di una persona gretta o da prendere poco sul serio.

Probabilmente nel 1570 il termine fu d’ispirazione all’origine del nome “La brigata dei Crusconi’ coloro che poi diedero origine all’Accademia della Crusca, cioè i massimi esponenti della conservazione della lingua italiana. Altri sostengono che il nome Accademia della Crusca derivi dal separare la crusca dalla farina, cioè separare la buona lingua italiana da quella più corrotta, prendendone come esempio l’italiano volgare del 1300.

All’interno della casa museo si ritrovano pannelli esplicativi, riproduzioni, modellini, monete, armi, utensili, le pagine originali di codici miniati di varie edizioni della Divina Commedia. E’ presente anche la ricostruzione di una stanza da letto dell’epoca, costumi tipici dell’epoca e pannelli che riproducono tutta la Divina Commedia. Un’esposizione di erbe medicinali e utensili dato che Dante apparteneva alla Gilda dei Medici Speziali.

Nato a Firenze nel 1265 Dante fu scrittore, politico, poeta e Guelfo e partecipò come cavaliere alle campagne militari contro Arezzo e Pisa. Scortò Carlo Martello d’Angiò Si diede alla politica assumendo vari incarichi anche di prestigio nella comunità Fiorentina. Si schierò dalla parte dei Guelfi bianchi durante le lotte intestine della sua fazione guelfa e si oppose a Bonifacio VIII contro date le sue ingerenze sui Guelfi e vi identificava la decadenza morale della chiesa.
Nel tentativo di riappacificare le parti si attirerà le ire di entrambe le fazioni. Un provvedimento di esilio che colpiva entrambi gli schieramenti, oltre a non risolvere il problema, creò seri problemi allo stesso Dante inviso, a quel punto, dai suoi oltre che dai rivali.

Nel mentre Dante si recava a Roma per cercare di distogliere Bonifacio VIII dalle mire su Firenze Carlo di Valois, appoggiato dal papa stesso, conquistò Firenze e appoggiò i Guelfi Neri determinando così l’esilio perpetuo per Dante da Firenze ed inoltre condannato in contumacia al rogo e alla distruzione della sua casa. Dante morirà nel 1321 di malaria a Ravenna senza rivedere più Firenze.

Riccardo Massaro
Dante e la sua Casa.
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