Giotto e la sua bottega tra il 1330–1337 affrescarono la cappella del podestà, dove venivano ospitati i condannati alla pena capitale, con le Storie della Maddalena, San Giovanni Battista e il Giudizio Universale.
Nel Paradiso fra gli eletti è rappresentato anche Dante Alighieri con in mano la Divina Commedia; il ritratto del poeta è probabilmente il più antico e il più vicino alla realtà, visto che l’amicizia tra il sommo poeta e il pittore è nota ed è anche menzionata nella Commedia:
“Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo , e ora ha Giotto il grido, / sì che la fama di colui è oscura ( Purgatorio, XI, 94-96)”. Secondo la tradizione Dante andò a trovare Giotto a Padova, stava affrescando la Capella degli Scrovegni col Giudizio Universale.
La notizia della presenza di un ritratto di Dante fu descritta da Giovanni Villani ma quando il palazzo comunale fu convertito in carcere da Cosimo I, dopo il 1574, gli affreschi vennero coperti perdendone ogni traccia finché furono riportati alla luce verso il 1840.
Il ritratto di Dante fu riscoperto grazie alla testimonianza del Vasari che nelle biografie Le vite scriveva :
“Il quale fra gli altri ritrasse, come ancor oggi si vede, nella cappella del palagio del podestà di Firenze, Dante Alighieri coetaneo et amico suo grandissimo, e non meno famoso poeta, che si fusse ne’ medesimi tempi Giotto pittore”
Però, questo non lo sapevo. Se quello fosse un riratto autentico di Dante (nel senso che Giotto lo ha ritratto tale quale, senza coprire, dato che erano amici il naso aquilino piuttosto pronunciato) ne viene fuori un Dante piuttosto bello e non quella persona arcigna come in tutti ritratti ho visto. Ora dato che Giotto è un uomo del suo tempo, mentre gli altri pittori se lo sono inventato è probabilmente proprio questo il Dante vero.