Dicono che è colpa dei turisti se i Fiorentini abbandonano il centro, ma non è vero, è colpa del fatto che il centro è stato trasformato in un mercato a cielo aperto con negozi e luoghi di ristorazione che nulla hanno a che vedere con Firenze. Firenze andava preservata nella sua anima bottegaia, nel suo aspetto medioevale, nella sua indole artistica, non svenduta alle vetrine scintillanti e ai neon colorati. Il centro doveva essere mantenuto come quella piazza di un tempo in cui le nonnine portavano la seggiolina per far comunella con le coetanee. Dove il bottegaio, il restauratore, mangiavano due fette di pane e finocchiona per strada mentre parlavano con il buon Vigile di un tempo. Quello che davvero era un Vigile di quartiere e non Poliziotto multarolo. Doveva essere organizzato a misura di Fiorentino, non a misura di multinazionale, tanto il turista sarebbe venuto lo stesso, nessuno rinuncia a Firenze, tanto più se è la Firenze bottegaia.
Ecco, l’ultima notizia che non gira sui giornali ma che identifica questa disfatta della cultura fiorentina a scapito del guadagno e del truce è aver concesso i permessi per trasformare un Oratorio ricco di storia secolare in un ristorante alla moda.
L’Oratorio di Santa Maria Vergine della Croce al Tempio diventerà un ristorante stellato con alla guida uno scappato (di casa sua) dal programma Master Chef.
Quel luogo dove i Battuti Neri si vestivano con la tunica nera crociata di rosso e con la buffa in testa, per poi andare a confortare il condannato a morte per tutta la notte prima del supplizio mattutino, diventerà un tramestio di tegami e pentole, sughi e vapori, battuti e contorni. Il luogo dove i condannati a morte pregavano per l’ultima volta prima di essere uccisi presso i Prati della Giustizia sarà invaso da musica ritmata e smandibolio mangereccio. Il luogo dove i Buonomini delle Stinche mettevano insieme dolcetti e indumenti da portare ai carcerati abbandonati a se stessi sarà il regno dell’abbondanza sbrodolata.
Il progetto è stato approvato dal Comune e a breve partiranno i lavori per allestire cucine e tavoli fregandosene se un tempo Lorenzo il Magnifico, Luca della Robbia, Iacopo Niccolini, Ippolito Galantini, Lorenzo Lippi, Michelangelo Buonarroti e lo stesso Papa Eugenio IV hanno calpestato quei pavimenti come confratelli della Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio, l’importante è sfornare lasagne e sfiammare crepe suzette per attirare il ricco asiatico di turno.
Dove sono le “belle arti” quando passano questi progetti?
Dove vogliamo arrivare? Vogliamo allestire una multisala nella chiesa di San Lorenzo? Oppure vogliamo mettere un autogrill sul Ponte Vecchio? Magari vogliamo mettere l’ennesimo kebabbaro sotto la Loggia dei Lanzi?
Quando il fiorentino sarà colmo e dirà BASTA?!
Salute a tutti, terminate le feste pasquali, sicuramente con le pance dilaniate dall’eccesso di cibo, colgo l’occasione per scoprire gli altarini dello scherzo del 1° Aprile che coincideva con il Giorno di Pasquetta. Come ogni anno la Rivista Fiorentina ha fatto girare il suo pesce d’Aprile destando sorpresa e anche forte reazione nella popolazione fiorentina. Tranquilli che l’Oratorio resterà tale, speriamo anzi che venga valorizzato per l’importanza storica che detiene. Buon pesce d’Aprile a tutti.
Come fiorentino, che ama visceralmente Firenze, plaudo al bel pesce… Ma resto amareggiato per il degrado (anche senza l’eccesso dell’Oratorio trasformato in ristorante) di questa mia città che, in nome della multicultura, ha perso la sua identità.
Quattro volte complimenti a Jacopo Cioni:
– per la grande maestria nello scrivere
– per dar prova di possedere il tipico spirito goliardico fiorentino.
– per focalizzare comunque l’attenzione su un tema di grande attualità ed importanza a Firenze.
– per mettere alla prova il lettore nella sua capacità di leggere un articolo per intero!
Chapeau
Purtroppo la notizia è verosimile ma, fortunatamente, è datata 1 aprile.
La MIA Firenze è stata devastata ! Questa è la riprova dell’incuria nella quale i responsabili hanno gettato una città unica che meritava amore
Perfettamente d’accordo, invece di valorizzare i nostri beni minori con percorsi alternativi di una Fiorenza da scoprire per veri intenditori si usa quello che dal trecento in poi abbiamo creato , anzi abbiamo iniziato nel duecento (Misericordia di Firenze)
Noi abbiamo creato una lista civica fondata questi valori, RiBella Firenze, solo cittadini, nessun partito!
Nei limiti del possibile e senza andare contro la storia, vorremmo una Firenze bella di nuovo e ribelle come è nella sua indole, che torni vivibile per chi la vuole abitare e fucina d’arte e d’ingegno.
Saremo presenti alle prossime elezioni
Avete detto cose verissime. Il sottoscritto, quale ultimo allievo vivente di Giovanni Michelucci, sono convinto che il mio Maestro si stia girando nella tomba nel vedere ignorare tutti i principi di armonia e di civismo che sono stati ispiratori della sua scuola nella ricostruzione di Firenze nel dopoguerra ( Porsantamaria e dintorni, la stazione, ecc..). Hanno trasformato in “città lineare” quella che era un’ esempio di armonia tra le colline di ” residenza,lavoro,incontro ( i tre elementi urbanistici fondamentali a rendere una città a misura d’uomo).
È questo il vero motivo del degrado di Firenze! Dovremmo far risorgere il centro.