Molte strade fiorentine ricordano con il loro nome l’attività che in passato vi veniva svolta, alcuni esempi:

Via degli Arazzieri: erano i tessitori di arazzi, usati per rivestire muri e pareti. Gli arazzi erano grandi e sontuose tappezzerie la cui trama formava un disegno figurato. Cosimo I nel Cinquecento fece venire i tessitori dalla città di Arras nelle Fiandre, e sistemò i loro stabilimenti in questa strada, nei locali dell’ex ospizio della compagnia di Gesù Pellegrino, che fino ad allora ospitava i pellegrini diretti a San Iacopo di Compostela.

Via dei Cimatori: vi si trovavano i laboratori e le apparecchiature molto sofisticate che eseguivano la cimatura. I cimatori rifinivano le stoffe rasandole e pulendole della peluria superficiale come nessun altro paese sapeva fare e diedero a Firenze una superiorità assoluta sui mercati della lana fino a tutto il XV secolo.

Via dei Vagellai: il “vagello” era la grande caldaia nella quale i vagellai tingevano le stoffe: erano insomma tintori e qui si trovavano le loro numerose officine.

Via dei Saponai: qui si trovavano i fabbricanti di tutti i tipi di sapone necessari al degrassamento della lana.

Via dei Cardatori: erano gli operai che cardavano la lana, anticamente con il fusto e i rami della pianta derivata dal carciofo selvatico, chiamata “cardo dei lanaioli”, i cui rami coperti di piccolissimi uncini pettinavano la lana per ammorbidirla. In seguito un tipo di pettine sostituì la pianta, fin quando Leonardo da Vinci disegnò le prime cardatrici meccaniche all’inizio del Cinquecento. La cardatura era un lavoro pesante, insalubre e poco redditizio.

Via dei Naccaioli: fu il nome di una piccola parte soltanto di questa via dove vi furono alcune botteghe di fabbricanti di nacchere, un antico strumento musicale assai in uso in altri tempi; si trattava di una specie di tamburi, da suonare con le bacchette. Il nome più importante e più antico della strada era quello di Via dei Rigattieri perché qui appunto furono in gran numero le botteghe di quest’arte. L’ ultimo tratto poi verso il Mercato, si chiamò Via degli Stracciaioli, sempre per causa delle botteghe appartenenti a questo mestiere che consisteva nel toglier dal bozzolo la seta straccia.

Via dei Fibbiai: prende il nome dai fabbricanti di fibbie che avevano le botteghe sulla parallela via dei Servi e le retrobotteghe o laboratori su questa stradina, che ne prese il nome. Le fibbie erano di primaria importanza sia per le bardature dei cavalli che per affibbiare alla cintura gli oggetti che oggi portiamo nelle tasche dei vestiti, poiché nel Medioevo ne erano privi.

Via dei Tessitori, etc.

Talvolta il nome della via ricorda il luogo dove gli artigiani lavoravano o gli attrezzi che usavano:

Via del Tiratoio: nei tiratoi i lanaioli distendevano le stoffe bagnate mentre asciugavano, per tirarle alle larghezze desiderate. I tiratoi erano vasti fabbricati, con la tettoia sopraelevata per la ventilazione; si trovavano numerosi a nord dell’Arno, trasferiti poi in Oltrarno da Cosimo III.

Via delle Conce, in questa strada lavoravano antichi artigiani del cuoio. Le conce erano i laboratori dove i conciatori trattavano le pelli per renderle non putrescibili e pronte per i diversi usi. La tecnica usata prevedeva l’uso di urina fermentata degli animali, il che fa capire l’odore che poteva sprigionarsi nella zona. Per curiosità, via delle Conce prima si chiamava via dei Pelacani, lascio all’immaginazione!

Via delle Caldaie: in questa strada c’erano laboratori di tintura dei tessili, che avveniva nelle caldaie, grandi recipienti di metallo nei quali bollivano le sostanze coloranti.

Anche il tipo di merce che veniva venduto nei mercati è stato all’origine del nome di alcune strade:

Via delle Oche: anticamente a Firenze c’era l’usanza di mangiare l’oca nel giorno di Ognissanti, probabilmente in questo luogo si svolgeva un mercato annuale delle oche, oppure vi era un forno specializzato nella loro cottura.

Piazza del Pesce: da tempo immemorabile vi si vendeva il pesce d’Arno. In questo luogo c’era una loggia detta “dei pesciaioli”, che fu fatta demolire da Vasari per realizzare il Corridoio Vasariano.

Piazza Piattellina: prende il nome dai piattelli o piatti e altre stoviglie di terracotta venduti all’antico mercato dei cocci che si teneva in questa piazza.

Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie
Da dove nascono i nomi delle strade?
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2 pensieri su “Da dove nascono i nomi delle strade?

  • 13 Luglio 2024 alle 13:55
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    Interessante questa spiegazione dei nomi di alcune strade Fiorentine, complimenti

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