Fra le chiese “minori” sparse nel territorio fiorentino ne esiste una poco conosciuta ai più, ma che possiede una storia millenaria nascendo come pieve romanica prima del 1286. Questa è una data certa di una prima memoria riferita alla stessa pieve, ma si presuppone una costruzione avvenuta prima, forse intorno all’anno 1000. Questo pensiero nasce proprio rispetto al nome della chiesa che fu dedicata a San Leonardo, un santo eremita francese del VI secolo, protettore dei prigionieri, il cui culto ebbe grande diffusione nell’anno 1000 in Italia ed anche in Europa.
La chiesa di San Leonardo in Arcetri è posta lungo via San Leonardo. Per raggiungerla dovete recarvi subito fuori porta San Niccolò ed appena usciti dalla porta girare a destra ed affrontare la petta’a di via di Belvedere che arriva sino al Forte Belvedere, a quel punto, lasciandosi alle spalle la Porta di San Giorgio, la via diventa via San Leonardo che prosegue fino ad Arcetri incrociando viale Galileo. La chiesa si trova nel primo tratto sulla sinistra.
La chiesa presenta una facciata in stile romanico ed un interno molto severo, quasi asettico, ed è costituita da un’unica navata sovrastata da un tetto a capriate.
La chiesa di San Leonardo in Arcetri era filiale alla prepositura, poi soppressa, di S. Piero Scheraggio ed era sicuramente molto diversa nell’estetica che oggi presenta; l’aspetto attuale è dovuto sia ai restauri che si sono svolti nel 1899 e nel 1929, ma anche per opere del Gran Duca Leopoldo che nel 1782 ne assunse il patronato. Il Granduca operò vari miglioramenti e regalò alla chiesa il celebre Ambone che ancora oggi caratterizza il suo interno. Si tratta di un pulpito in marmo caratterizzato da mosaici e bassorilievi che raffigurano la vita del Cristo.
L’autore dell’Ambone è sconosciuto ed in origine era a Fiesole poi trasportato nell’anno 1010 a Firenze come bottino di guerra e sistemato presso la chiesa di San Piero Scheraggio. I marmi riportano alcune tappe della vita di Cristo, l’adorazione dei Magi, la Natività, l’albero di Jesse, il Battesimo, La presentazione al Tempio. La sua posizione all’interno della chiesa appare sproporzionato rispetto al volume stesso della chiesa, ma questa sproporzione invece che aspetto negativo diventa una caratterizzazione di notevole pregio.
Una curiosità storica è che da questo pulpito sembra che abbiano parlato Dante e Boccaccio, Sant’Antonino e Giano della Bella. Questo viavai di oratori famosi che si sono alternati sul pulpito è dovuto al fatto che la sua precedente collocazione in San Pier Scheraggio, cioè un luogo in cui si tenevano le pubbliche assemblee e quindi dal pulpito parlavano le personalità più influenti della città.
Sempre all’interno della chiesa sono presenti due tele, una sulla parete di destra rappresentante il “Transito di San Giuseppe” e l’altra sulla parete di sinistra raffigurante la “Morte della Madonna”. Tutte e due le tele sono state attribuite alla bottega di Francesco Conti. Sulla parete di destra è presente una tavola attribuita alla bottega di Neri di Bicci che rappresenta “Tobia e l’angelo fra i Santi Sebastiano e Leonardo”. Alla stessa bottega viene attribuita anche una tavola con “l’Annunciazione con Padre Eterno ed Angeli” e una tempera con “Madonna della Cintola e Santi”. Alla mano di Francesco Conti sono attribuite due tele, la “Morte di San Giuseppe” e “Morte della Vergine”. Infine nella controfacciata si può osservare un frammento di affresco di un giovane cavaliere, forse suicida, attribuibile alla scuola toscana della fine del cinquecento.
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