Il termine “lillero” è onomatopeico e rappresenta una deformazione, secondo la tipica consuetudine fiorentina, della parola “lire”. Il verbo “lallera” è invece un divertente nuovo costrutto per creare una sonorità che faccia rima con lillero. La frase completa “senza lilleri
Avuta la grazia, gabbato lo Santo.
Nelle terzine 7 – 9 del XXXII canto dell’Inferno si legge: “che non è impresa da pigliare a gabbo, descriver fondo a tutto l’Universo, né da lingua che chiami mamma e babbo”. In questo caso Dante con il termine “pigliare
Fare i salamelecchi.
Nella lingua araba è molto diffuso il saluto augurale della religione islamica “Assalam aleike”, che vuol dire all’incirca “la pace sia con te”, frase che in passato è divenuta abbastanza comune anche in Italia per via dei frequenti contatti commerciali
I’ guadagno di’ Lica.
È un argomento spinoso da trattare, senza scadere nella volgarità più oscena… Tuttavia la storia è divertente, per cui proverò a trattarla “in guanti bianchi”! Il Lica (non si conosce il vero nome dell’uomo) era un garzone e viveva in
Reggere il moccolo.
“Callis Mala” era una delle strade più importanti del castrum romano che formava la prima cerchia di mura fiorentina ed è rimasta importante anche nei secoli successivi, con il nome di “Calimala”, in quanto rappresentava la principale via di uscita
Fare una cosa a garbo.
Il termine “garbo” sembra derivare dalla parola araba “galib” che significa “modello, bella forma, linea aggraziata” e potrebbe essere arrivato in Toscana nel corso dei molteplici rapporti commerciali che i popoli magrebini hanno avuto in passato con Pisa. Il termine
Sudare sette camicie.
Il sette è uno dei numeri magici e proverbiali e indica una lunga ripetizione. Il numero sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto, sette sono i cieli dell’antichità e nella Bibbia il 7 è un numero simbolico che simboleggia il
Avere la coda di paglia.
In una favola di Esopo si narra di una volpe che aveva una bellissima coda rossa di cui andava fiera e orgogliosa. Ma un giorno la povera volpe rimase impigliata in una tagliola che le spezzò di netto la coda. La
O la va o la spacca.
Letteralmente il detto “o la va o la spacca” si riferisce al tentativo di far andar bene a tutti i costi qualcosa, altrimenti si finisce male. Quindi esprime una decisa determinazione nell’affrontare un problema o una situazione rischiosa o pericolosa.
Avere le perette a ‘i cculo.
Nella corsa alla lunga che si svolgeva a Firenze si usavano i cavalli Berberi infatti i fiorentini storpiarono subito il nome in Corsa dei Barberi. Il traguardo era situato in piazza davanti alla chiesa di San Piero, di cui oggi
E’ un altro paio di maniche.
Nell’abbigliamento medievale e rinascimentale, sia maschile che femminile, vigeva l’usanza di portare ampie maniche che potevano essere intercambiabili con il resto del vestito. Le maniche erano ornate con raffinati ricami, nastri, spacchi che spesso costituivano l’elemento più ricco e prezioso
Tagliare la testa al toro.
Nel 1162, durante il dominio di Venezia su tutto il Mar Adriatico, la città di Aquileia ebbe l’audacia di invadere Grado, da lungo tempo protettorato veneto. La reazione della Serenissima fu immediata e spietata, riconquistò Grado e trascinò in catene