Firenze durante il governo delle Arti, ebbe un periodo di prosperità economica. Essendo in pace con tutti, i mercanti, i nobili e il popolo grasso, facevano a gara ad arricchire le proprie dimore di statue, affreschi, quadri ecc. chiamavano i
Pietra dello scandalo.
Essendo Romano, ma avendo anche un debole per Firenze e la sua storia, non posso non cercare punti in comune tra le due città. Una di questa è “la pietra dello scandalo“. Si usa spesso questa frase senza essere a
Munch ispirato a Firenze per generare il suo “urlo”.
I franzosi, come al solito, tendono ad appropriarsi di ciò che non è loro, lo fanno con i quadretti, con i pezzi di mare, con le ricette ed adesso anche con le “ispirazioni”. La cosa non è sfuggita a Marco
Un prete spione e sfortunato.
I delatori da che mondo è mondo ci sono sempre stati, non sempre hanno avuto la ricompensa che si sarebbero aspettati. I signori se ne sono serviti per sapere cosa ne pensava di loro il popolo e i nemici. Firenze
Quando il San Giovanni rischiò di cadere.
A proposito dell’articolo sul Brindellone, vorrei raccontarvi una storia che ho letto su di un libro molto tempo fa, di cui non ricordo ne il titolo ne lo scrittore. Il nostro brindellone, come raccontato, ha avuto il suo nome per
Maramao, una canzoncina nata da un fatto vero.
Il 14 ottobre 1529, le truppe imperiali di Carlo V, posero l’assedio a Firenze dopo la promessa al papa Clemente VII, il cardinale Giulio dei Medici, di riconquistare la città fiorentina, che si era costituita in Repubblica dopo la cacciata
Il lunedì, giorno di chiusura per i barbieri.
I barbieri sono chiusi di lunedì, beh detto così suona normale, ma perché proprio di lunedì? Forse perché sono aperti la domenica come le parrucchiere, per sistemare barba e capelli in occasione del giorno di festa per le cerimonie? Quindi si riposano
La leggenda della statua senza pace.
Il giorno che Cosimo I ordinò a Baccio Bandinelli di fare la statua del padre, Giovanni dalle Bande Nere, un’indovina gli profetizzò che quel marmo non avrebbe mai avuto pace. Siccome Cosimo era superstizioso, dopo averla fatta collocare nella basilica di
Un fattaccio del Cinquecento: Antonio Rinaldeschi
Antonio Rinaldeschi era un giovane di ventidue anni, un giocatore d’azzardo, un gran bugiardo, sciupafemmine, sembrava che tutti i difetti del mondo fossero concentrati in lui. Il 20 luglio 1501 Antonio, come suo solito, verso sera si diresse verso l’osteria del Fico
Il Negroni, aperitivo tutto fiorentino.
Siamo nei ruggentissimi anni Venti, molto probabilmente una sera di marzo del 1926, nella nostra amatissima Firenze, per la precisione al Caffè Casoni (caffè Giacosa) luogo storico di ritrovo dell’aristocrazia cittadina. Il barman Fosco Scarselli, che in realtà nella storia pare rivesta
Da chetati a Vanchetoni a bacchettoni.
Non so voi, ma io “chetati” la uso di spessissimo come parola. Forse perchè, come diceva mio nonno: “la parola è d’argento e il silenzio è d’oro” e talvolta si ama stare quieti, quindi meraviglioso è il silenzio e giù,
Il sacco di poponi.
Baccio Bandinelli ultimò nel 1534 la possente struttura marmorea di “Ercole e Caco” che oggi si trova sull’arengario di Palazzo Vecchio a fianco della copia del David di Michelangelo. Bandinelli fu un grande estimatore e ammiratore di Michelangelo al punto