Per chi avesse perso la prima puntata. Per chi avesse perso la seconda puntata. L’anno dopo le possibilità che il Torneo del Calcio in Costume potesse disputarsi erano pari a zero. Oltre alla carica della polizia contro i tifosi che
Il Badalone.
A Firenze, nel 1400, l’Arno era importantissimo anche come via d’acqua, sulla quale si faceva viaggiare qualsiasi tipo di merce, compreso il legname che proveniva dal Casentino e il marmo, che arrivava da Carrara. L’unico problema che si poteva riscontrare,
L’ungibandone per le strade fiorentine.
In passato molte delle attività commerciali e artigianali durante la notte venivano chiuse con delle semplici assi di legno che scorrevano dentro cursori in metallo. Erano queste le “bande” che a Firenze sono ancora visibili, anche se più elaborate, nelle
L’arco dei Pizzicotti.
Fino alla fine del diciottesimo secolo, Palazzo Spini Feroni occupava tutta la via e si affacciava direttamente sull’Arno attraverso un arco, stretto e buio. Nel 1824, per creare il Lungarno Acciaioli, vennero demoliti l’arco ed un torrione del Palazzo, ad
Ricordi ed impressioni di un figurante del calcio storico, seconda puntata.
Per chi avesse perso la prima puntata. Nell’anno della Grande Olimpiade di Roma, il Calcio in Costume venne invitato dal CIO insieme ad altri giochi storici d’Italia, per esibirsi nella giornata di riposo. Venni convocato dal mio Capo Gruppo alla
Le merende della nonna.
Quando ero bambina, la mia nonna per merenda ci dava pane, vino e zucchero. Nessuna merendina confezionata, nessun riguardo al fatto che “ai bambini il vino non va dato”. C’era molta semplicità, condita sicuramente da un’ignoranza (che è quella del
Carlo Gianni, il “buon samaritano”.
Esisteva in Firenze un detto oggi andato in disuso, che così diceva: “Ma icchè tu credi, che sia Carlo Gianni che faceva le spese a Baron Fottuto (Baron Fottuto si appellava un piccolo delinquentello)” Carlo Gianni non era un nome
Le calzature rinascimentali.
Le donne fiorentine nel rinascimento calzavano pianelle o pantofole di pelle molto sottile, di seta, di raso o di velluto, spesso ricamate con decori di perline di vetro colorato e con fili d’oro e d’argento, ornate da pietre preziose, perle
Ricordi ed impressioni di un figurante del calcio storico.
Sono nato a Firenze nel dicembre del 1944 nel rione di Gavinana, un nome storico che ho imparato a conoscere negli anni della scuola. Fin da bambino mi è sempre piaciuta la storia in generale, ma soprattutto il periodo della
Da i’ pizzicagnolo.
Ora l’ hanno cambiato i’ nome a tutto, e dicono Gastronomia, ma noi la un si chiamava così e poi la unn’è la stessa cosa! Noi s’ andava da i’ Pizzicagnolo… “Vienvia vammi giù da i’Pizzicagnolo a prendermi 4 uova”
La burla al gobbo Trafredi.
Villa Petraia, nel XVII secolo, era di proprietà di Don Lorenzo de’ Medici, il settimo figlio del Granduca Ferdinando I. Don Lorenzo aveva dato incarico a Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, di dipingere il cortile della villa; il Volterrano dipinse
Il Granduca ed il Campanile.
Il campanile della chiesa di Santo Spirito venne realizzato, posteriormente alla basilica, su disegno di Baccio d’Agnolo. Francesco Lumachi, nella sua guida “Firenze e dintorni” ci racconta di un aneddoto a proposito del campanile. Il 5 agosto 1652, durante un