Nel 1304 Benedetto XI, da poco eletto Papa, manda un suo cardinale e consigliere, tale Niccolò da Prato, simpatizzante ghibellino e amico dei Guelfi Bianchi, per intervenire sulla delicata situazione di Firenze con lo scopo di riportare la pace nella
Livia Raimondi, storia di un’amante.
Era il 27 marzo 1799 quando i francesi entrarono a Firenze, passando attraverso quell’arco trionfale, che era stato eretto sessanta anni prima per la venuta dei Lorena, in piazza di Porta San Gallo, l’attuale piazza della Libertà. Recavano un ramoscello
Porte e postierle di Firenze (seconda parte)
Porte e postierle di Firenze (prima parte)Nel 1284 venne deciso l’ampliamento della cinta muraria della città di Firenze, la terza, un’opera imponente che si protrasse per molti anni fino al parziale compimento nel 1333, un anno fatidico per la città
L’Isola dell’ingegnosità ideale.
Una nascita nettarea, nutrendo e infiammando il mondo addormentato dalla nudità e dall’impotenza, come la nascita di Venere – la quale immortalata da Botticelli nell’immaginazione popolare dei fiorentini e nella grande galleria eterna della storia culturale – che penetra la
Porte e postierle di Firenze (prima parte)
Se percorriamo i viali che cingono il centro storico della città di Firenze troviamo il tragitto punteggiato da antiche vestigia che ne occupano le grandi piazze, come il Progetto Poggi, realizzato alla fine dell’Ottocento, aveva previsto: sono le antiche Porte
La conta delle api.
Potete provarci ma non ci riuscirete, ad un certo punto vi si incrocia lo sguardo e il conto è perduto. Questa è la ragione per cui, si racconta, porti fortuna contare tutte le api senza indicarle o toccarle, stando semplicemente
Mostro di Firenze, un caso mai chiuso.
Questa è una Rivista impostata in termini ludici, si parla di storia, di segreti, di leggende, di uomini importanti, di fatti strani, di immagini stupende, di tutto ciò che riguarda Firenze. Ogni tanto compaiono dei fuoriporta, cioè degli articoli che
L’eremita e la sua torre (seconda parte).
(Seconda Parte – leggi prima parte) Prima che la costruzione delle scuderie reali e del viale dei colli, e successivamente la lottizzazione di epoca fascista del Bobolino, impedissero l’accesso alla collina che sale verso il Forte di Belvedere, all’esterno delle mura correva
L’eremita e la sua torre (prima parte)
(Prima parte – leggi seconda parte) E’ noto che il tratto delle antiche mura che è sopravvissuto alle demolizioni di Firenze capitale è quello di oltrarno che va dalla porta S. Pier Gattolini – attuale porta Romana – alla porta
Antonio Meucci, fiorentino illustre.
Oggi se dici telefono sei un matusa, oggi si dice smartefone, almeno a Firenze, nel resto d’Italia si chiamano smartphone. Se ci pensate bene in 160 anni siamo passati dalla semplice trasmissione di una gracchiante voce attraverso un cavo ad
La corsa dei cocchi.
Il 24 giugno, come tutti i fiorentini sanno, è il giorno in cui si festeggia S. Giovanni Battista (da non confondersi con l’omonimo evangelista), patrono della città fin da tempi remoti. Vuole tradizione che il Cristiano S. Giovanni soppiantasse il
Vocabolario fiorentino per turisti e residenti di lunga durata.
Il linguaggio fiorentino non può essere indicato come un vero e proprio dialetto ma come una storpiatura o invenzione di termini che sono poi entrati nell’uso comune nel corso degli anni. Una lingua che rimane comprensibile anche al resto dell’Italia,