A Firenze, nel 1400, l’Arno era importantissimo anche come via d’acqua, sulla quale si faceva viaggiare qualsiasi tipo di merce, compreso il legname che proveniva dal Casentino e il marmo, che arrivava da Carrara. L’unico problema che si poteva riscontrare,
L’ungibandone per le strade fiorentine.
In passato molte delle attività commerciali e artigianali durante la notte venivano chiuse con delle semplici assi di legno che scorrevano dentro cursori in metallo. Erano queste le “bande” che a Firenze sono ancora visibili, anche se più elaborate, nelle
Manente degli Uberti detto Farinata.
L’antica e potente famiglia degli Uberti appartenenti alla parte Ghibellina fedelissima dell’Imperatore era originaria di Firenze, possedeva nel Chianti e in città molti palazzi. Fra quelli esistenti in città, che verranno distrutti dagli avversari, si ricordano il Palazzo dei Fanti
I Tiratoi a Firenze.
Tra il 1300 e il 1400 in Firenze l’Arte della Lana costituiva la fonte maggiore di ricchezza per la città di Firenze e dava lavoro alla maggior parte della popolazione. In questo periodo si potevano contare in città più di
L’arco dei Pizzicotti.
Fino alla fine del diciottesimo secolo, Palazzo Spini Feroni occupava tutta la via e si affacciava direttamente sull’Arno attraverso un arco, stretto e buio. Nel 1824, per creare il Lungarno Acciaioli, vennero demoliti l’arco ed un torrione del Palazzo, ad
Ricordi ed impressioni di un figurante del calcio storico, seconda puntata.
Per chi avesse perso la prima puntata. Nell’anno della Grande Olimpiade di Roma, il Calcio in Costume venne invitato dal CIO insieme ad altri giochi storici d’Italia, per esibirsi nella giornata di riposo. Venni convocato dal mio Capo Gruppo alla
Gualdrada donna di carattere.
Gualdrada donna di carattere. Le donne a Firenze nei sei secoli passati sono state trattate dall’uomo come un oggetto, da usare per fini politici e per alleanze nelle varie dispute fra opposte fazioni e null’altro. Ci furono alcuni poeti che
Leonardo da Vinci e Pier Soderini: Fiorini d’oro e veleni per la Battaglia di Anghiari.
Stampato a Firenze e pubblicato nel 1840, “Carteggio inedito d’artisti dei secoli XIV, XV, XVI“ è una raccolta di documenti storici, lettere ma anche decreti di antiche repubbliche e “cadenti municipi“, ritrovati negli archivi, poi scelti e testo dei quali
10 giugno 1304: Firenze va a fuoco.
Nel 1304 a Firenze scoppiò un grande incendio, di natura dolosa. Ad appiccare il fuoco fu il priore di San Pier Scheraggio, Neri degli Abati, inizialmente in Orsanmichele e successivamente alle case dei Caponsacchi, tra Il Mercato Vecchio e Calimala,
Benvenuto Cellini, artista e combattente.
Come sempre da buon romano, legato però da un cordone ombelicale a Firenze, cerco spunti che leghino le due città. Non un solo artista importante rinascimentale, medievale, o comunque storico è legato alle due città, ma diversi. Uno meraviglioso di
Le merende della nonna.
Quando ero bambina, la mia nonna per merenda ci dava pane, vino e zucchero. Nessuna merendina confezionata, nessun riguardo al fatto che “ai bambini il vino non va dato”. C’era molta semplicità, condita sicuramente da un’ignoranza (che è quella del
Carlo Gianni, il “buon samaritano”.
Esisteva in Firenze un detto oggi andato in disuso, che così diceva: “Ma icchè tu credi, che sia Carlo Gianni che faceva le spese a Baron Fottuto (Baron Fottuto si appellava un piccolo delinquentello)” Carlo Gianni non era un nome