IL GRANDE NEMICO DELLA GUELFA FIRENZE
Castruccio Castracani degli Antelminelli di antica famiglia Ghibellina di Lucca, nacque in quella città nell’anno 1281. Suo padre Gerio benestante, era discendente dal ceppo Antelminelli Castracane presente fino dall’anno 400. Benvoluto dai suoi concittadini per lealtà e virtù, contribuì in varie occasioni al governo.
Dopo la battaglia di Campaldino dell’anno 1289, combattuta fra Guelfi e Ghibellini per l’egemonia nella Toscana, vinta dalla città di Firenze e dai suoi alleati contro Arezzo ultimo baluardo del ghibellinismo in Toscana, segnò la fine dell’egemonia dei sostenitori dell’Imperatore tedesco. I vincitori ebbero il dominio di quasi tutta la Regione, solamente Pisa rimaneva fedele all’Imperatore, anche se ridimensionata dalla sconfitta subita nella battaglia navale della Meloria combattuta contro Genova per la supremazia marinara.
Intanto nell’anno 1301 a Lucca, aveva preso il sopravvento la fazione Nera dei Guelfi capeggiata da Bonturo Dati mercante e politico, i quali costrinsero la parte Bianca e i pochi Ghibellini a lasciare la città e andare in esilio. Iniziò così la diaspora di Castruccio costretto a lasciare i suoi palazzi e terre, accusato di aver partecipato all’uccisione di un rappresentate della famiglia Obizi Dottore in legge. In un primo tempo si rifugiò nelle Marche ad Ancona, presso un suo parente Alderico Antelminelli li stabilito per la sua attività mercantile. Dopo poco tempo partì per l’Inghilterra, dove partecipando a vari tornei, entrò nelle grazie del re Edoardo II il quale ne apprezzò la maestria di combattente.
Purtroppo a seguito di un omicidio, commesso alla presenza del re, dovette fuggire in Francia, dove si combatteva una guerra contro gli inglesi. Si fece conoscere per le sue numerose doti dal comandante un contingente di fanti e cavalieri italiani Alberto Scoto Piacentini sotto le insegne di re Filippo il Bello. In quella guerra combatté con coraggio, audacia, e capacità militare, tanto da meritarsi sul campo il grado di Capitano.
Lasciate le truppe francesi, volle tornare in patria per rientrare in possesso del suo patrimonio. Pertanto si unì alla spedizione in Italia di Arrigo VII di Lussemburgo, scelto dal Papa Clemente V per essere incoronato a Roma Imperatore nella basilica di San Giovanni in Laterano dal vicario del Papa. Nell’anno 1310, iniziò il suo viaggio in Italia. La sua discesa venne salutata con calore dall’esule Guelfo Dante Alighieri, in una lettera in cui lo sollecitava ad intraprendere al più presto la sua venuta. In lui vedeva la speranza mai sopita di rientrare in Firenze. L’intenzione del Conte del Lussemburgo era di porre fine alle diatribe fra Guelfi e Ghibellini e ristabilire l’autorità imperiale nei Comuni ribelli del Nord.
Ma il sogno di Castruccio si infranse con la morte dell’Imperatore a Buonconvento (SI) il 24 agosto 1313. Narra una leggenda nata dopo la dipartita del restauratore del ghibellinismo che, mentre era accampato con il suo esercito nella zona di San Salvi, non lontano dalle mura di Firenze in attesa di assediarla, il Conte di Savoia Aimone, Capitano dell’esercito imperiale parlando con un frate della chiesa di San Salvi, gli raccontò di una profezia fatta dall’astrologo dell’Imperatore; Sarebbe arrivato in capo al mondo. Il frate rispose, che lì vicino si trovava un posto chiamato Caput Mondi! Intendendo dire che sarebbe terminato il suo viaggio in quella zona, chiamata in seguito “Campo d’Arrigo”.
Dopo la morte improvvisa di Enrico VII, i principi elettori tedeschi, creano Imperatore Ludovico Wittelsbach conosciuto come Ludovico il “Bavaro”. La sua elezione non venne mai riconosciuta dal Pontefice Giovanni XXII. Malgrado ciò nell’anno 1314, mosse il suo esercito per favorire il ritorno dei Ghibellini in Italia. Castruccio si unì all’Imperatore per rientrare nella sua patria. Alla spedizione si aggiunse il condottiero aretino signore di Pisa Uguccione della Faggiola capo riconosciuto dei Ghibellini toscani. Insieme entrarono a Lucca, scacciando i Guelfi al potere, e favorendo il ritorno dall’esilio dei Ghibellini.
L’esercito di Uguccione, saccheggiò la città mettendola a ferro e fuoco costringendo fra gli altri i setaioli ad abbandonare Lucca per sfuggire alla rovina economica. Molti di loro trovarono rifugio a Firenze, portando con loro tutto il bagaglio di conoscenze, per la lavorazione della seta e nel contempo insegnarono la coltura dei “filugelli” e aumentando la piantumazione degli alberi di gelso. Di questo inaspettato aiuto ne trassero vantaggio gli artigiani di Firenze, che iniziarono a produrre bellissimi tessuti damascati e broccati intessuti con fili d’oro e d’argento che ne accrebbero le richieste, in tutti i mercati.
I fiorentini preoccupati dell’alleanza… Segue nella seconda parte.
Interessante , un piacevole “ripasso” la storia di Castruccio Castracani.