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Galileo va a processo per eresia e condanna

L’ambasciatore fiorentino presso il Vaticano raccontò al Granduca che il Papa era molto arrabbiato con Galileo, accusandolo di aver raggirato lui stesso e i suoi ministri nel “Dialogo” fra il Salviati e Simplicio dicendo che difende “una saldissima dottrina, che già da persona dottissima ed eminentissima appresi” e alla quale è forza acquietarsi (chiaro riferimento a Urbano VIII). Egli sosteneva che solo Dio poteva provocare le maree una diversa dall’altra, non potendo essere certi che il modello sostenuto dal Salviati fosse corretto. Il Salviati chiamato in causa rispose ironicamente definendo la teoria di Simplicio “una mirabile angelica dottrina”. L’opera si chiudeva con l’affermazione “si concede di disputare intorno alla costituzione del mondo” a patto di “non rinnovare l’opera fabbricata da Dio”. Il Papa sosteneva che la conclusione dell’opera non fosse altro che un espediente per ingannare la censura e farla pubblicare. Nel settembre del 1632 ordinò all’inquisizione romana di intervenire presso l’inquisitore fiorentino; che si attivasse contro lo scienziato e lo obbligasse a partire per Roma entro il mese di ottobre, per apparire davanti al Commissario Generale del Santo Uffizio per difendersi dalla accusa di eresia.

Ma Galileo non poté’ partire perché ammalato e sperava in cuor suo che tutto finisse per il meglio. Dopo molte minacce ricevute dal Sant’Uffizio Romano, nel mese di gennaio del 1633, benché allettato su una lettiga, partì per Roma. Il processo contro di lui iniziò in aprile con il suo interrogatorio da parte del Commissario inquisitore il domenicano Cardinale Vincenzo Maculano.

Confermò all’accusatore di non aver ricevuto il “Precetto” inviatoli nel 1616 dal Cardinale Bellarmino. Nell’interrogatorio l’inquisitore insisteva a dire che nel famoso Precetto c’erano le parole “quovis modo” (in ogni modo) e “nec docere” (non insegnare), mentre Galileo dichiarava di non aver detto”cosa alcuna del suddetto Precetto”, sostenendo che: nel detto libro il “Dialogo” il contrario di detta opinione del Copernico, e che le ragioni di esso Copernico sono invalide e non concludenti. Finito l’interrogatorio Galileo, venne trattenuto”pur sotto strettissima sorveglianza” presso il palazzo dell’inquisitore, “con ampia e libera facoltà di passeggiare”.

Dopo l’ultimo interrogatorio nel mese di giugno, tenuto nella sala capitolare del convento di Santa Maria sopra Minerva, Galileo fu fatto inginocchiare davanti ai Cardinali: il capo dell’Inquisizione romana Guido Bentivoglio, il Cardinale Felice Centini, il Cardinale domenicano Desiderio Scaglia, il Gran Priore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Antonio Barberini, il Cardinale Fabrizio Verospi e l’uditore Marzio Ginetti, per ascoltare la sentenza emessa dagli “inquisitori generali contro l’eretica pravita’”. Veniva descritta la lunga vicenda che aveva portato al contrasto fra lo scienziato Galileo Galilei e la chiesa, iniziato nel lontano 1615 con la descrizione delle macchie solari, la teoria copernicana malgrado l’opposizione dei teologi che difendevano la teoria tolemaica con il conforto delle Sacre Scritture. Questa contrapposizione aveva avuto da parte della autorità ecclesiastica della emissione di una ammonizione a lui diretta con il divieto di difendere o insegnare quella inaccettabile teoria.

Allora scienziato venne chiesta l’abiura con “cuore sincero e fede non finta” e proibire il libro “il Dialogo”. Inoltre, gli venne imposto il “carcere formale ad arbitrio nostro” e alla “pena salutare” la recita settimanale dei sette salmi penitenziali per un periodo di tre anni, rimaneva la facoltà dell’inquisizione di “moderare, mutare e levare in tutto o in parte” le pene e le penitenze. A conferma della sua convinzione nella teoria copernicana è nata una leggenda. Dopo la sentenza di condanna con l’abiura della teoria copernicana, sembra abbia esclamato: eppur sì muove!

Fine 7° parte

Alberto Chiarugi
Carriera di Galileo Galilei 7° parte
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Un pensiero su “Carriera di Galileo Galilei 7° parte

  • 12 Gennaio 2025 alle 3:31
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    Grande Galilee. Grazie per questa storia.

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