(NdR: Cogliamo l’occasione della pubblicazione dell’articolo dell’amico Riccardo per ricordare che a breve si svolgerà l’edizione 2018 del calcio storico fiorentino. Il sorteggio 2018 vede nella prima semifinale il 9 giugno gli Azzuri di Santa Croce contro i Rossi di Santa Maria Novella. Nella seconda semifinale il 10 giugno si affronteranno i Bianchi di Santo Spirito contro i Verdi di San Giovanni. La finalissima fra i due rispettivi vincitori si terrà, come sempre, il 24 giugno, giorno del patrono di San Giovanni.)

Il 17 febbraio del 1530 gli assediati fiorentini organizzarono quella che oggi è nota come la partita di calcio storico fiorentino più famosa, chiamato anche calcio in livrea o in costume, per via dell’abbigliamento storico che ancora oggi viene usato, ovviamente ispirato a quel tempo.

Fu durante l’assedio da parte delle truppe Imperiali di Carlo V che i fiorentini minacciati dall’esercito spagnolo germanico organizzarono e giocarono una partita a palla atta a dimostrare al nemico di che pasta erano fatti i fiorentini. 54 nobili si affrontarono tra loro per dimostrare la superiorità dei fiorentini rispetto al loro nemico.

Ancora oggi ogni anno a giugno si svolge un torneo tra le squadre dei quattro quartieri in cui è suddivisa la città. Le squadre dei quartieri fiorentini portano gli stessi colori che avevano le squadre che dividevano le tifoserie delle bighe che si sfidavano nel Circo Massimo in tutto il periodo dell’antica Roma: bianco, azzurro, rosso e verde.
Forse è una coincidenza? Più probabilmente, come credo, qualcosa che lega Firenze a Roma

Non a caso i legionari romani giocavano ad uno sport molto simile al rugby e al calcio fiorentino, chiamato ‘harpastum’ (dal latino strappare con forza), anche i greci giocavano a qualcosa di simile chiamato ‘sferomachia’ (gioco con sfera).

Probabilmente il pallone era di pieno di stracci, o fatto di pelle, se non addirittura gonfiato di aria.
Il gioco si svolgeva su terreni sabbiosi con regole precise e i giocatori suddivisi ovviamente nello stesso numero per ogni schiera.

Lo stesso Svetonio ne fa menzione collocandolo tra gli esercizi militari, sicuramente uno svago, ma sempre uno sport che comunque temprava il giocatore ovvero il combattente, è la stessa tradizione che associa l’harpastum al calcio Fiorentino.

Giochi simili venivano giocati durante il medioevo in diverse regioni dell’Europa.

Sembra che già nel 1400 questo gioco fosse diffuso a Firenze e i partecipanti fossero soprattutto nobili, tra cui anche dei futuri papi. I partecipanti in età compresa tra i 18 e i 45 anni scendevano in lizza con dei costumi alquanto sgargianti. Non a caso le partite si giocavano soprattutto nel periodo di carnevale. Il gioco rimase famoso almeno fino al 1600 per poi perdere piano piano la sua la sua popolarità. Si sa che nel 1739 venne organizzata una partita alla presenza di Maria Teresa, la futura imperatrice d’Austria.

Ritornato in auge in tempi più moderni, per la ricorrenza dell’assedio di Firenze, nel 1930 venne organizzato un nuovo torneo. Ancora oggi molti turisti aspettano un’intera giornata per poter assistere a queste dispute tra i bianchi di Santo Spirito, i verdi di San Giovanni, i rossi di Santa Maria Novella e gli Azzurri di Santa Croce.

Forse a ricordo della sottile linea che lega Firenze con Roma, nel 1960 venne giocata una partita a piazza di Siena in occasione delle Olimpiadi proprio a Roma.

Riccardo Massaro
Calcio storico fiorentino.
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