I “renaioli”, con le loro caratteristiche barche dal fondo piatto, raccoglievano la “rena” dal greto dell’Arno. Questa particolare terra sabbiosa era un elemento prezioso e indispensabile per la costruzione degli edifici dell’epoca e veniva raccolta tramite una lunga pala di legno con la quale si producendo delle vere e proprie “buche” nell’alveo del fiume, da cui il soprannome di “bucaioli”.
All’ora del pranzo, verso mezzogiorno, le mogli dei renaioli si affacciavano sull’argine dell’Arno con un pentolone ripieno di pasta appena cotta e ancora fumante e richiamavano l’attenzione dei loro mariti al grido di: “bucaioli c’è le paste”!!!
Secondo un’altra versione il termine “bucaioli” si riferisce invece ai bottegai delle “buche” del mercato di San Lorenzo, i tipici negozi posti al di sotto del livello stradale.
Anche in questo caso, verso l’ora del desinare, i venditori ambulanti che provvedevano a ristorare i commercianti di tutto il mercato, si affacciavano alle buche per essere uditi meglio e gridavano: “Bucaioli c’è le paste”!
(da “Adagi ma non troppo” di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)
Bucaioli c’è le paste !!!