Bruno Fanciullacci morì a Firenze il 17 luglio del 1944, era un partigiano operativo della Resistenza italiana. Fu complice nell’assassinio di Giovanni Gentile ideologo del Fascismo, omicidio che divise il fronte antifascista. Quest’azione infatti fu disapprovata dal CLN Toscano, ma non dal Partito Comunista.
Dopo la morte gli fu conferita la medaglia d’oro al Valor militare alla memoria. A Firenze davanti a Villa Triste dove morì cadendo dalla finestra per fuggire o per cercare di suicidarsi per non essere nuovamente torturato, vi è uno slargo che prende il suo nome. A Pieve a Nievole Dove nacque nel 1919 vi è invece una palestra comunale che porta il suo nome, mentre a Pontassieve gli è stata dedicata una via.
Nacque da una famiglia socialista, si trasferisce nel 1934 a Firenze dove aveva trovato lavoro. Proprio a Firenze frequentò dei gruppi di antifascisti e venne per questo arrestato nel 1938. Condannato dal tribunale speciale a 7 anni di reclusione per attività antifascista, gli fu condonata la pena nel 1943, liberato venne assunto alla Fiat di Firenze.
Dopo l’otto settembre Il Partito Comunista promosse la formazione di piccoli gruppi combattenti di nome Gap o Gruppi di Azione Patriottica, tutti irregolari con compiti di sabotaggio e guerriglia volti a disturbare i nazisti e i fascisti. Fanciullacci durante la reclusione, era stato avvicinato in carcere da elementi clandestini del Partito Comunista Italiano.
Uscito dalla detenzione, ne entrò a far parte con il nome di battaglia di ‘Massimo’, si ricorda di lui la motivazione e il coraggio, virtù che gli fecero ottenere il comando del gruppo B del Gap di Firenze. Ovviamente partecipò a numerose azioni contro i fascisti. Una delle azioni più importanti fu il già citato assassinio del filosofo Giovanni Gentile.
Bruno Fanciullacci coadiuvato da Antonio Ignesti (più avanti la complicità fu attribuita invece ad Elio Chianesi), si appostarono nei pressi della villa del filosofo in zona Salviatino, camuffati da studenti aspettarono l’arrivo della macchina del filosofo, avvicinandosi con dei libri in mano il filosofo fu tratto in inganno, mentre abbassava il vetro per conferire con i due, fu freddato da una raffica di mitra.
Pochi giorni dopo due uomini riuscirono a ferire Bruno Landi, un importante esponente fascista di Firenze, anche se questa azione ancora oggi risulta compiuta da ignoti è molto probabile che Fanciullacci sia stato coinvolto nell’azione.
Infatti pochi giorni dopo alcuni parenti del ferito lo avvicinarono per accusarlo, dopo una animata discussione Fanciullacci cercò di fuggire ma venne arrestato e condotto a Villa Triste. Sottoposto ad un brutale interrogatorio, ne uscì con numerose ferite di pugnale alla mano sinistra, alle natiche e ai testicoli. Medicato all’ospedale San Gallo, venne trasferito a Santa Maria Nuova e piantonato dalle guardie fasciste, ma il suo gruppo B con colpo di mano riuscì a liberarlo.
Si nascose allora a casa del pittore antigascista Ottone Rosai, una volta guarito ritornò subito in azione, partecipò ad un’irruzione nel carcere femminile di Santa Verdiana dove riuscì a liberare ben 17 detenute. Ovviamente questa azione fece inasprire la repressione da parte dei fascisti che ne compromisero l’organizzazione. Fanciullacci non volle però saperne di lasciare la città e cercò di ricostruire il gruppo, ma fu arrestato in Piazza Santa Croce.
Si pensa che l’arresto fu compiuto grazie ad una spiata, Il partigiano fu ricondotta a Villa Triste e interrogato nuovamente dalla banda Carità. Durante una pausa tra i brutali interrogatori, cercò di fuggire e cadde o si gettò volontariamente dalla finestra. Con le mani legate dietro la schiena gravemente ferito, morì tre giorni dopo per le ferite riportate.
Il corpo riportava ferite alla base cranica, al polso e al femore ma erano presenti anche delle ferite di arma da fuoco che il piantone gli aveva sparato vedendolo fuggire dalla finestra. Alla sua morte gli fu intitolata la Brigata Garibaldi Bruno Fanciullacci, che in seguito partecipò alla liberazione di Firenze.