Quando un uomo ha la fortuna di nascere con la camicia e con tanto talento

Bernardo Buontalenti architetto, pittore, costruttore di fortezze militari e ville, con la passione di organizzare spettacoli e giochi pirotecnici, e infine inventore del gelato come lo conosciamo oggi. Venne alla luce in Firenze nel 1536.

Suo padre Francesco era un brav’uomo, grande lavoratore, ma di umili guadagni tanto da far vivere alla sua famiglia una vita modesta. All’età di 11 anni il piccolo Bernardo fu seppellito da una frana, che travolse la sua abitazione edificata nella zona della Costa dei Magnoli nel quartiere di Santo Spirito. I soccorsi, prontamente arrivati nella zona dello smottamento, lo trassero ancora in vita dalle macerie della casa.

La sua fortuna si rivelò quando il Duca Cosimo I lo ospitò con la famiglia a Palazzo Pitti, dove ebbe modo di studiare e dedicarsi al disegno e all’architettura. Durante la sua permanenza presso il Medici, organizzò per il piccolo Francesco un gioco di fuochi d’artificio, ideò degli stravaganti congegni; una capannuccia mobile, un lanternone con figure mobili. Data la sua maestria nell’organizzare questi spettacoli, si guadagnò il nomignolo di Bernardo delle Girandole. Venne anche chiamato con il soprannome di Timante come un pittore greco attivo fra il V secolo e l’inizio del IV a.c. Per il Duca d’Alba lavorò come ingegnere militare alle città di Ostia, alla costruzione di una fortezza, su una precedente di epoca medievale. A Civitella del Tronto al rafforzamento del castello esistente fatto costruire dal Cardinale Giuliano della Rovere in seguito diventato Papa Giulio II.

Fu al servizio di Francesco de Medici, ed al suo seguito andò in Spagna, nel 1564 rientrò a Firenze, dalla quale non partì più. Venne eletto “ingegnere dei fiumi e dei fossi”, per regimentarne le acque. Ricoprì questa carica fino alla sua morte, ricevendo una provvigione annua a vita di 240 scudi. Nella Città di Firenze si possono ancora ammirare le sue opere di scultura: Il Crocifisso nella sacrestia della chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, la fonte fra Borgo San Jacopo e via dello Sprone, l’armadio per le reliquie per la sacrestia di Santa Maria Novella. Nel chiostro della chiesa di San Miniato al Monte, un affresco raffigurante Cristo in viaggio verso Emmaus. Agli Uffizi si trova una sua miniatura: Madonna con Bambino e San Giovannino che suona uno zufolo. Una sacra famiglia di proprietà Olscki e alla galleria Buonarroti il ratto di Ganimede.

In occasione delle nozze di Francesco I con Bianca Cappiello, con il Vasari e Baldassarre Lanci, preparò l’apparato per un torneo da tenersi a Pitti, con i disegni per l’allestimento dei carri, le invenzioni e le comparse alla sbarra. Per le nozze di Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia, mise in scena il melodramma l’Euridice di Jacopo Peri. Sono famosi li spettacoli allestiti per le nozze di Virginia de’ Medici con Cesare d’Este, e quelli per il matrimonio di Ferdinando I e Cristina di Lorena. Si trovò impegnato nelle esequie a Michelangelo, nei funerali dei Granduchi Cosimo I e Francesco I; per il battesimo del principe Don Filippo de’ Medici figlio di Francesco I e Giovanna d’Austria, lavorò all’addobbo del San Giovanni.

Per Francesco e Bianca Cappello, Bernardo edificò la villa di Pratolino, firmando un capolavoro. Di seguito le ville; Magia, Marignolle, Cerreto Guidi, Poggio Imperiale, Ambrogiana, Artimino, rimaneggiamenti per Castello e Petraia. Passò a costruire sempre per il Granduca il Casino di San Marco, dove il Medici poté dare sfogo alla sua passione per gli esperimenti. Fece per Firenze altri capolavori; la facciata della chiesa di Santa Trìnita, Palazzo Corsini al Prato, la fortezza di Belvedere, per il nuovo Granduca Ferdinando. Altri lavori del poliedrico artista; portò a termine con aiuto di altri la fabbrica deli Uffizi, l’ampliamento dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, e la bellissima grotta del giardino di Boboli a Palazzo Pitti.

In avanzata età aprì in una casa in via Maggio una scuola, dove impartiva lezioni di architettura, idraulica, e sull’allestimento delle feste e di ingegneria. Il canto del cigno fu il rifacimento della città di Livorno, terminato molto tempo dopo da altri architetti dopo la sua morte. Rischiò di finire i suoi giorni in miseria, per aver sempre aiutato chi aveva bisogno. Il Granduca per riconoscenza gli elargì a vita una pensione.

Fra le molteplici attività si ricorda l’invenzione gelato, una crema conosciuta ancora oggi con il suo nome; Gelato Buontalenti. Ma c’è una leggenda che racconta di un macellaio tale Ruggeri, che andato in Francia al seguito della Regina Caterina de Medici, per lo sposalizio con il Delfino Enrico. Costui perfezionò il metodo per raffreddare le composte di frutta, acqua e zucchero, inventando il Sorbetto. Alla corte di Versailles per lo sposalizio dei due giovani, sorprese tutti gli invitati per la bontà del preparato. Offeso e malmenato dai cuochi francesi gelosi della sua bravura, se ne tornò a Firenze divulgando la ricetta del sorbetto. E qui entra in gioco il Buontalenti, che aggiungendo l’uovo al preparato, e mantecandolo con una macchina di sua invenzione. Nacque così il gelato che conosciamo, di cui è straordinariamente simile.

Alberto Chiarugi
Bernardo Buontalenti
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2 pensieri su “Bernardo Buontalenti

  • 25 Maggio 2022 alle 1:41
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    Scusate, ma il terzo paragrafo di questo scritto non mi torna affatto, o meglio io conosco una storia differente che sinceramente mi sembra anche più consona ai personaggi.
    Prima di tutto Bernardo abitava con la sua famiglia in una casupola nella zona dell’Erta Canina, zona che ha dimostrato più volte, nel corso dei secoli ed anche recentemente di non essere una zona sicura per via di smottamenti del terreno. Ci fu appunto una frana che sommerse tutte le case che si trovavano lì, compresa quella di Bernardo. Gli abitanti morirono tutti, compreso i genitori di Bernardo, lui invece no perchè ebbe le fortuna al momento della frana di trovarsi sotto un’architrave della casa e rimase illeso. Cominciò a gridare e la gente del vicinato accorsa nel luogo del disastro si accorse che questo ragazzo di 14- 15 anni era vivo, ma non si poteva muovere o quasi dal pietrame intorno e cominciarono a portargli da mangiare calandolo da un buco del tetto in modo che potesse alimentarsi. La gente cercava di industriarsi per togliere le macerie e farlo uscire, ma non era semplice. Dopo non molto tempo passò di lì una persona al servizio del Duca che gli riferì cos’era successo e di questo ragazzo imprigionato.
    Il Duca si commosse e ordinò alle guardie e ad altri di tirar fuori quel ragazzo con tutti i mezzi disponibili e alla fine ci riuscirono. Il ragazzo fu poi portato al Duca Cosimo I che in pratica l’adottò.
    Bernardo non sapeva nè leggere nè scrivere ed ebbe a sua disposizione i migliori insegnanti che gli insegnarono lo scibile del momento. Il Duca aveva fatto un’opera di bene, non sapeva certo di avere accanto a sè un genio un pò in tutte le arti come poi si rivelò Bernardo e fu lui a mettergli come cognome Buontalenti. Cognome molto azzeccato direi.
    Inoltre volevo aggiungere che qualsiasi cosa accadesse ai Medici, di buona o cattiva sorte lui non li abbandonò mai, era sempre presente, immagino per riconoscenza. Michelangelo invece, di indubbia bravura, scoperto dal Magnifico, abbandonò spesso i Medici , poi ritornò, poi scappò di nuovo e via.
    Per il resto non ho niente da dire, volevo solo sottolineare ciò che avevo letto anni fa su un libro che parlava di Firenze e di alcuni personaggi che ne hanno costruito la sua fama.

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  • 21 Maggio 2022 alle 13:55
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    Grazie, leggo sempre con attenzione. Grazie

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