Vi sarà capitato più volte, trovandovi in Piazza del Limbo, di notare un palazzetto, in Borgo SS. Apostoli, che affaccia sulla piazza e che sulla facciata ha una scritta: 

“BAGNI NELLE ANTICHE TERME”.

Si tratta in effetti di un piccolo stabilimento termale, in funzione nell’Ottocento e fino ai primi anni del Novecento. Nel 1826 il Signor Antonio Peppini acquistò alcune case, appartenute nel Trecento agli Altoviti, isolate dagli altri edifici da diversi chiassi o vicoletti. Queste case furono tra i beni della famiglia Altoviti fatti confiscare da Cosimo I quando, nel 1554, Bindo di Antonio Altoviti fu dichiarato ribelle, e vennero date da amministrare ai Capitani di Parte. Antonio Peppini le fece abbattere e al loro posto fece costruire questo palazzo, progettato da Telemaco Bonaiuti.

Un’idea bizzarra, quella di costruire uno stabilimento termale in pieno centro?

Mica tanto… si dà il caso che proprio lì, ai tempi della Firenze romana, sorgeva uno degli impianti termali della città e dunque il richiamo ai passati fasti era più che evidente. Delle antiche terme romane non vi sono oggi resti visibili in superficie, furono distrutte prima dalle invasioni barbariche e poi dalle ricche famiglie fiorentine che utilizzarono, come era usanza a quel tempo, le antiche pietre romane per erigere le loro case-torri che sono numerose lungo Borgo SS. Apostoli. 

Peppini, con il consenso del Magistrato civico, fece chiudere nel 1826 vari vicoli, comprendenti il chiasso dei Cencetti, che giravano attorno al fabbricato. 

Giuseppe Formigli, nella sua guida del 1849, descrive così lo stabilimento: 

“Il sig. Antonio Peppini ha formato uno stabilimento di bagni, costruito nei fondamenti delle antiche Terme, edifizio Romano, che ha dato nome ai suddetti odierni bagni. In questa interessante intrapresa, egli ha avuto pensiero sopra tutto di ottenere la proprietà, e l’eleganza conveniente ai costumi moderni, come pure alla scelta di una posizione centrale. Il dì 1 Luglio dell’anno 1826 fu aperto questo stabilimento, i pregi, e i vantaggi del quale sono stati generalmente sentiti, le quali cose fanno sì che è frequentatissimo non tanto dai fiorentini quanto dai forestieri. Le tinozze furono poste al primo piano dietro il parere dei più valenti fisici onde evitare l’impressioni troppo sensibili delle temperature diverse, il che diede luogo alla costruzione di una elegante scala che conduce alle due gallerie ove sono gli stanzini rispettivamente destinati per i sigg. uomini, e per le sigg. donne, dove si gode di tutta la libertà e di qualunque comodità possibile. I bagni sono caldi, o freddi, temperati, a qualunque grado a seconda del desiderio dei sigg. bagnanti, o a forma del bisogno. Vi si trovano ancora dei bagni a vapore, dei bagni composti ad imitazione di quelli di acqua minerale e delle sorgenti termali le più in uso non solo in Toscana come altrove, fedelmente eseguiti, secondo le ricette dei medici. Sonovi ancora delle docce interne ed esterne di acqua pura, o di acqua composta secondo il genere della malattia, e tali che se ne può fare uso ancora durante l’inverno, allorché sarebbe impossibile di soggiornare alle vere terme”.

Il centro termale, che ad onor del vero era più apprezzato dai forestieri che dai fiorentini, chiuse definitivamente nel 1912.

Ancora oggi, a fianco del palazzetto, si può notare una targa di marmo, che ricorda la chiusura dei vicoli:

ANTONIO PEPPINI CHIUSE QUESTI VICOLI CON FACOLTÀ ACCORDATAGLI DAL DECRETO DEL MAGISTRATO CIVICO DI FIRENZE L’ANNO 1826.

Gabriella Bazzani
Bagni antiche terme Peppini
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