Abbiamo avuto modo di parlare del Museo Bellini in altre occasioni, per esempio quando abbiamo raccontato “Il segreto del braciere romano” o quando abbiamo partecipato ad una “visita nel novembre del 2016“. L’associazione Maginalia è riuscita ad organizzare una nuova visita teatralizzata per San Valentino. Vi suggerisco di approfittarne, sarà sicuramente un San Valentino speciale. Qua sotto il programma.
Museo Bellini di Firenze
in apertura straordinaria per domenica 12 Febbraio 2017
Regala o regalatevi un San Valentino speciale con una visita teatralizzata che vi stupirà.
Il Museo Bellini apre le porte per far riproporre a Marginalia questo particolare e affascinante percorso.
Dopo la visita guidata con teatralizzazione sarà offerto un apericena per tutti e soprattutto per concludere con dolcezza.
A cura dell’Associazione Culturale Marginalia, il percorso sarà guidato dal curatore del Museo signor Claudio Simoni e l’architetto Davide Casarosa
TEATRO a cura degli attori di Ermes Teatro
Ingresso ore 17,30 – percorso di un’ora e trenta minuti
l’apericena sarà servito alle ore 19,15
prenotazioni obbligatorie ingressi limitati
scrivendo a visiteguidate@associazionemarginalia.org
oppure telefonando a: 366 4475991 – 329 3075760
Quota di partecipazione € 38,00 a persona compreso l’apericena finale
Un pò di storia
A Firenze – e in molte altre città d’Italia e del mondo – dovunque si incontrino amatori colpiti dal fascino spirituale delle antichità, appassionati collezionisti di oggetti d’arte, persone interessate agli avvenimenti estetici e finanziari del mercato artistico, basta pronunziare questo nome – “i Bellini” – perché l’immaginazione facendo un volo di qualche metro o di qualche centinaio di chilometri si ritrovi sulle rive dell’Arno dantesco, davanti alla dimora che appartenne alla famiglia Soderini, o vada a raggiungere, attraverso la poesia dorata delle colline, i grandi alberi, le vecchie pietre e la massa severa del castello di Marignolle.
E’ qui che vivono “i Bellini” dal 1756, in antica intimità con i fondi-oro, i capolavori degli artisti del Quattrocento e del Rinascimento, le ceramiche lumeggiate di Maestro Giorgio da Gubbio, i piccoli bronzi di Donatello, di Filarete, di Tiziano Aspetti o del Riccio, le arcaiche sculture lignee. E’ qui che si incontrano i Bellini circondati dai festoni policromi robbiani, gli arazzi della manifattura medicea, le casse nuziali decorate in pastiglia, le austere cattedre, le aggraziate savonarole, le credenze,
A Firenze – e in molte altre città d’Italia e del mondo – dovunque si incontrino amatori colpiti dal fascino spirituale delle antichità, appassionati collezionisti di oggetti d’arte, persone interessate agli avvenimenti estetici e finanziari del mercato artistico, basta pronunziare questo nome – “i Bellini” – perché l’immaginazione facendo un volo di qualche metro o di qualche centinaio di chilometri si ritrovi sulle rive dell’Arno dantesco, davanti alla dimora che appartenne alla famiglia Soderini, o vada a raggiungere, attraverso la poesia dorata delle colline, i grandi alberi, le vecchie pietre e la massa severa del castello di Marignolle.
E’ qui che vivono “i Bellini” dal 1756, in antica intimità con i fondi-oro, i capolavori degli artisti del Quattrocento e del Rinascimento, le ceramiche lumeggiate di Maestro Giorgio da Gubbio, i piccoli bronzi di Donatello, di Filarete, di Tiziano Aspetti o del Riccio, le arcaiche sculture lignee. E’ qui che si incontrano i Bellini circondati dai festoni policromi robbiani, gli arazzi della manifattura medicea, le casse nuziali decorate in pastiglia, le austere cattedre, le aggraziate savonarole, le credenze.
Uno sguardo sapiente ed amoroso, unito a quel gusto raffinato che fu appannaggio degli uomini del Rinascimento, ha saputo scoprire, in luoghi vicini e lontani, velati dalla polvere dell’abbandono, oggetti di grande importanza: ed ora lo stesso sguardo li ammira, nelle belle sale del museo sul Lungarno Soderini, con l’emozione – fatta di amore e passione – dei veri antiquari che, prima di essere mercanti, sono amatori collezionisti, malati d’arte e di antichità.