Come sempre quando facciamo una recensione è per un articolista della nostra Rivista Fiorentina FlorenceCity; ed anche questa volta non fa eccezione, anche se questa è una recensione sulla fiducia. Infatti l’autore del libro, Riccardo Lupino, ha promesso che scriverà qualche articolo per noi.
Detto questo, anche se cosi non fosse, recensire Riccardo è comunque un piacere, non solo perchè è affabile e genuino come persona, ma è una di quelle “genti” che non si ferma alla superficie e all’evidenza indotta, ma scava. Sarà la sua indole contadina che lo porta a scavare, ma questo gli permette di vedere cosa c’è sotto il primo strato di apparente linearità e scontrarsi con il “sotto” fatto invece di menzogne e inganni. Insomma, un risvegliato.
Per chi ancora non ha capito di chi parliamo leggetevi “Duova, divertenti e immersi nell’ironia fiorentina“, ecco Riccardo il cantante dei Duova. Oggi oltre che cantante è anche scrittore, ragazzo poliedrico, e quindi vi parlo del suo libro.
Il titolo è “Arare Umano Est” con il sottotitolo “Flessioni e riflessioni agricole nella civiltà moderna“, edito da AsKa e con presentazione di Sergio Staino. per chi vuole acquistarlo andate a questo LINK, oppure, meglio ancora contattate direttamente Riccardo e magari vi comprate anche dell’olio toscano di quello bono!
Leggendo il libro vi divertirete sicuramente ma allo stesso tempo avrete occasione per riflettere su alcuni concetti basilari sull’evoluzione dell’uomo e come adesso lo stesso uomo sia cosi distaccato da ciò che invece dovrebbe essergli più vicino, la madre terra, come dicevano gli americani, quelli veri, quelli che per confondervi chiamano indiani. Questo percorso è accompagnato da tal Marcello, primo uomo e primo contadino. Marcello vi spiega, vi indica, è il vostro cicerone ma nello scorrere delle pagine sarà Marcello che si perderà in un mondo profondamente trasformato e che lui stesso non riconosce più diventando da “cicero” una vittima.
Insomma, mi fermo qua, vale la pena leggerlo, vale sempre la pena leggere, e son sicuro che mi ringrazierete per l’indicazione che vi fornisco presentandovi questo libro.
Con questo vi saluto e citando il libro a pagina 148 vi dico: “Non vendetevi al patè, ridatemi il fegatino“.